“Adolescence”, la serie televisiva inglese che, con i suoi 66 milioni di telespettatori ha infranto ogni record di Netflix, ha tanti pregi. La trama, un ragazzino di tredici anni accusato di aver ucciso una coetanea con un coltello. Gli attori bravissimi. L’eccezionale regia con la scelta di girare ogni episodio in one shot, con un lunghissimo piano sequenza. La visione della storia da diverse angolazioni, una per ogni puntata. La preferenza di non basare la storia sulla ricerca del colpevole, ma piuttosto di analizzare il perché del suo crimine, è anche molto interessante. Ma l’aspetto che a me ha colpito ed inquietato maggiormente è l’assoluta normalità della famiglia dove nasce, cresce e vive l’assassino. I genitori e la sorella sono una famiglia normale, solida, emotivamente e moralmente competente. Una bella famiglia.
Sbagliando, sono solita pensare, quando leggo fatti di cronaca di questo genere, che il giovane omicida deve aver avuto una famiglia alle spalle che non ha saputo trasmettere i giusti valori, il necessario affetto, l’indispensabile stabilità. Gli innumerevoli studi psicologici ed etologici, sulle privazioni affettive condotte su cuccioli di varie specie animali (compresi quelli umani) mostrano proprio questa equazione: maltrattamenti/deprivazioni infantili = individuo adolescente/adulto con delle problematiche psicologiche di vario genere. Imperdonabile ingenuità la mia. Certo spesso è così, ma non sempre. O meglio è un’equazione sicuramente valida, ma che non dice tutto. Non dice per esempio che alle volte anche nelle migliori condizioni ambientali, qualcosa può andare storto. Qualcosa si può incrinare e far rallentare o fermare le lancette di un orologio che fino a quel momento non ha perso un secondo. E quel qualcosa può non seguire regole ed avere una spiegazione. Ma se non c’è una spiegazione, se non c’è una causa, allora non c’è neanche modo di evitare che l’orologio si rompa. Tuttavia a questo si preferisce non pensare, per alleviare le ansie, si preferisce pensare che se si fa tutto per il verso giusto, tutto deve andare per il verso giusto. Ma come “Adolescence” impietosamente mostra, e come la vita stessa conferma, purtroppo non sempre è così.
Monica Mazzotto (Biofila di Aristan)
“Adolescence”, la serie televisiva inglese che, con i suoi 66 milioni di telespettatori ha infranto ogni record di Netflix, ha tanti pregi.” Da GENITORI PERFETTI – Editoriale di Monica Mazzotto (Biofila di Aristan)