Hanno tempo fino all’8 ottobre, gli abitanti di Hasankeyf, Turchia, per abbandonare una volta per tutte le proprie case e cederle all’acqua. La corte europea dei diritti umani ha respinto la loro richiesta e il sito, 12.000 anni di storia, sarà sommerso, come programmato già dal 2006. Non è la prima diga che cancella la vita, non sarà la prima centrale idroelettrica a diluire e inglobare ciò che è stato di una comunità. L’Atlandide cinese, Shicheng (città dei leoni, in mandarino), fondata nella roccia durante l’impero delle dinastie Ming e Qing (1368-1912), dal 1959 riposa, intatta, a 40 metri di profondità, invisibile a chi posa lo sguardo sul grande lago artificiale creato dagli argini della Xin’am. 300.000 persone che hanno abitato sotto gli archi di pietra per secoli, draghi e leoni scolpiti nella memoria. E così in Ontario, Canada, dove diversi specchi d’acqua sono diventati uno, e in Brasile, a Petrolandia. Mio nonno conservava le foto della casa della diga. La dighetta, la chiamava, quasi a presagire il mostro che l’avrebbe ingoiata. Anche sull’isola esisteva una piccola centrale idroelettrica e a manovrare leve e bottoni negli anni Cinquanta era lui, che non ha vissuto abbastanza per sapere che quella casa oggi è nascosta sul fondo del lago. I suoi figli, quando ancora erano otto, si sono dati appuntamento lì il giorno prima dell’inondazione programmata. I piccoli hanno aspettato a casa, con le madri e la nonna e quando gli uomini sono tornati i più giovani raccontavano dati e parlavano di infrastrutture e costi, mentre i vecchi non dicevano niente. A me rimane la storia del secondogenito, sentita molti anni prima, la storia della notte di un disastro in cui i grandi correvano al paese e un bambino era rimasto solo a fare la guardia, lui e il cane lupo e la paura e il buio. E gli animali come impazziti e un pastore che aveva bussato in piena notte chiedendo alloggio. Sarà per questo che quando leggo di una nuova diga non mi distraggo mai a pensare al progresso. Mi viene questa smania di prendere una pietra e un libro e un pentolino e il cane Luna e toccare i muri e imprimere nelle narici la forma dell’aria, prima di andare.
Eva Garau (Precaria di Aristan)
Hanno tempo fino all’8 ottobre, gli abitanti di Hasankeyf, Turchia, per abbandonare una volta per tutte le proprie case e cederle all’acqua. La corte europea dei diritti umani ha respinto la loro richiesta e il sito, 12.000 anni di storia, sarà sommerso, come programmato già dal 2006 (da ACQUA E MEMORIA – Editoriale di Eva Garau)