AIRBUS 319 V3 438


Editoriale del 30 giugno 2013

La vedo arrivare per ultima. Cerca il D23. Si siede. L’aeromobile è quasi vuoto. A decollo avvenuto lui si accomoda sul sedile accanto alla donna. Lei lo guarda. Tensione. Respira profondamente. L’uomo ricambia lo sguardo. Tossisce. Lei ingoia la saliva: un rumore esagerato. Le luci tremolano. Lui si schiarisce la voce, più volte, come per parlare. Non parlano. Si guardano. Il tempo intorno pare sospeso. Percepisco elettricità. La spia delle cinture si accende e si spegne, senza motivo. Lui, di tanto in tanto, espira con un soffio e porta la mano a tormentare il collo. Lei se la prende coi capelli e col bottone del giubbino che tiene sulle gambe. Le braccia si toccano e lo stomaco fa rumore, quasi più della saliva e del cuore. Finalmente le mormora qualcosa all’orecchio, mi sembra abbia detto “azzurri”. Non ne sono sicura, stiamo atterrando, non sento bene. Lei gli sorride con gli occhi. Conosco quel sorriso. E’ inconfondibile. Li seguo con lo sguardo mentre si avviano alle uscite, uno da una parte, uno dall’altra. Si girano a guardarsi un’ultima volta. Capita di incontrarsi in cielo e, lì, morire.

Giovanna Ferraro
(Assistente di Volo ad Aristan)

COGLI L’ATTIMO

 

da Gli Amanti Passeggeri (2013) di Pedro Almodovar

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