ALLA RICERCA DELLO SPAGO PERDUTO


Editoriale del 29 maggio 2017

Come molti anni fa io e Ciccio siamo scivolati dentro il budello turbocapitalista di Oxford street. È stata una via crucis di ristoranti, camerieri, cuochi e lavapiatti. Mancavo da tempo a Londra e avevo in canna un pomeriggio soltanto, così ho tirato dritto sul teatrino della memoria, la giovinezza vera danzata da garzoncello fra i tavoli. Gli oggetti della fabbrica di carboidrati, i luoghi delle malefatte, dei sogni e della noia infinita sotto il cielo bigio che la breve estate per ripicca squarcia in pasticci di rosso e azzurro al tramonto. Mi consola sapere che ci siete stati anche voi, là dove è dolce il dolore del tempo fottuto, state in poltrona a vedervi lo spettacolo di sintesi, l’emozione, e finisce che volete bene a questi omini che si agitano come formicuzze e poi spariscono in fretta nel viluppo. Ciccio voleva andar via ma io stavo piantato, guardavo nel vuoto col groppo in gola e poi gli faccio, dove sono, dove sono Ciccio, dove sono tutti quanti? Clayton, Andrea, Antonella, Fatos, Fabio, il Perno, Silvia, dove sono? Io me li vedevo ancora ballare tutti allegri abbracciati alle loro storie d’emigrati, una festa, un valzer di fantasmi, ognuno di loro come un bacio tagliato e ricucito in Nuovo Cinema Paradiso. Li ho amati tutti in quel momento e a volte li amo ancora, il loro cuore disperato e la loro puzza d’aglio. È durato poco lo spettacolo, la finzione. Ciccio mi ha detto smettila di fare il minchione, mi sono deglutito il groppo e abbiamo tirato dritto zitti zitti nella giungla delle vetrine perfette come Marte o come i coltelli.

Luca Foschi
(Inviato di guerra da Aristan\ Aristan’s war correspondent)

come un bacio tagliato e ricucito in Nuovo Cinema Paradiso (da ALLA RICERCA DELLO SPAGO PERDUTO, editoriale di Luca Foschi)

da Nuovo Cinema Paradiso (1988) scritto e diretto da Giuseppe Tornatore

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