È apparsa pochi giorni fa a Torino e Roma la “subvertising” di Hogre, artista romano che gira le strade d’Europa sovvertendo il messaggio pubblicitario. “Fintissimi” è un largo pannello dove le prosperose forme incorniciate da pizzo nero di Irina Shayk, modella russa ed ex compagna di Cristiano Ronaldo, sono sormontate dal capo di una bambola gonfiabile. Il ribaltamento semiotico interessa “Intimissimi”, noto marchio di biancheria abbordabile- qualità e massa- e trasversale ai generi. “Fintissimi” è accompagnato dalle didascalie “Finalmenty perfetty” e “Made of Plastic, it’s Fantastic” (fatto di plastica, è fantastico- citazione del motivetto anni ’90 degli Acqua, “Barbie girl”). Il significato mi pare evidente -ritrito- quanto efficace: mercificazione del corpo, sberleffo al capitalismo, progressivo slittamento verso la sinteticità del piacere, imbarazzante e metropolitana solitudine del desiderio eccetera. Altrove le bambole regine delle feste di addio al celibato si fanno di materia sempre più vicina alla calda epidermide, e un giorno saranno cyborg. Mi pare scontato. In “Infinite Jest” Foster Wallace dava in mano al terrorismo indipendentista canadese la più esiziale delle armi, un video capace di somministrare tanto piacere da uccidere. Quarant’anni fa Pasolini spiegava che il nuovo fascismo si sarebbe vestito da commercio. Ho qualche dubbio sulla definizione di “artista”, adottato sopra per semplificazione, ma come nel caso di Banksy di Hogre apprezzo il gesto politico e la chiarezza formale, nemesi perfetta della banalità promozionale. Non è quello della pubblicità uno spazio pubblico amministrato dai comuni? Non è questa, pur se in forma indiretta, inconsapevole, una forma di ciò che Foucault chiamava biopolitica, il potere che attraversa il sistema dei corpi? Bisogna far cassa per pagare i maestri all’asilo e la differenziata, signori e signore, contentatevi della plastica.
Luca Foschi
(Inviato di guerra da Aristan\ Aristan’s war correspondent)
Bisogna far cassa per pagare i maestri all’asilo e la differenziata, signori e signore, contentatevi della plastica (da UN AMORE DI PLASTICA, editoriale di Luca Foschi)
Solo una parola: plastica!