AMORE E PSICHE


Editoriale del 10 ottobre 2014

Chi vuole apprendere le arti magiche, deve leggere la favola di Amore e Psiche. Con la sua bellezza, costei rese gelosa Venere. Per avvicinarla, la dea ordinò ad Amore di concupirla. Ma quando la vide, Amore impazzì per lei e la condusse in un palazzo magico dove ogni notte la possedeva senza mai mostrarsi.
Temendo che il misterioso amante fosse un mostro, Psiche durante la notte si avvicinò a lui con una lucerna accesa e con un pugnale per ucciderlo, potendone finalmente ammirare la bellezza che la stregò. Ma Amore, svegliato da una goccia d’olio bollente, furibondo scomparve.
Per emendarsi, Psiche accettò le prove imposte da Venere. L’ultima fu la più dura: chiedere a Proserpina, dea dell’inferno, la scatola della bellezza. Psiche, aprendola, scoprì che era vuota.
Morale magico della favola:
paradiso e inferno sono raggiungibili grazie all’amore.
La bellezza vera è quella interiore: quella esteriore è tanto vana da non esistere.
Naturalmente la storia finì bene: Amore e Psiche si poterono sposare nell’Olimpo.

Raimondo Bruno
(Magonauta di Aristan)

COGLI L’ATTIMO

 

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