AVVENTURE IN LIBRERIA


Editoriale del 1 aprile 2015

“Un padre non è un padre se non porta suo figlio il sabato al centro commerciale”.
Giuro, ho davvero sentito questa frase qualche mese fa e mi sono venuti i brividi.
Mio padre fu libraio, figlio d’arte e ultimo baluardo di antiche usanze prima dell’invasione dei centri commerciali.
All’uscita di scuola, strategicamente di fronte alla libreria, entravo nella sua libreria come si entra in un parco giochi, ricco di meraviglie da scoprire. Avrei dovuto trascorrere diverse ore lì dentro, lontano da campi da gioco o amici del cuore; l’unica soluzione possibile era quella di scatenare fantasia e immaginazione, attraverso una ricetta tanto semplice quanto rivoluzionaria. Prendevo un libro al giorno, scelto con cura tra le infinite avventure disponibili nella letteratura per ragazzi; entrato nel magazzino sul retro, mi arrampicavo su una delle tante pile di libri nuovi e, con molta lentezza e un rituale consolidato, aprivo lo scrigno di mondi lontanissimi ma possibili.
In penombra, nei pomeriggi e nelle sere solitarie della mia infanzia, i depositi della libreria di mio padre furono scenario di guerra e di abbordaggi, di legami cavallereschi, coraggio oltre ogni limite e onore a profusione. Seduto come un indiano, a gambe incrociate, sfogliavo pagine come le navi si lasciano dietro miglia, col vento in poppa e la schiuma al taglio dell’onda.
Il mare era tutto intorno: ero Jim, imbarcato sull’Hispaniola, teso verso il tesoro del Capitano Flint, bramoso di avventura;
mi guardavo da Long John Silver che rideva di gusto, nascosto dietro gli scatoloni dei nuovi arrivi; ero contemporaneamente Sandokan, tigre della Malesia, e Yanez, fumatore incallito e tiratore superbo: con la pistola fulminavo (fulminavamo) decine di feroci Thugs che scendevano dagli scaffali impolverati per ordine di Suyodhana.
Prua e poppa erano delimitate da libri scolastici in brossura, come in una sceneggiatura contemporanea; la sezione dei libri prenotati era il limite del mondo conosciuto e persino un vecchio espositore Feltrinelli si fingeva con grande dignità a volte cambusa a volte tempio sacro.
Le pagine da leggere si facevano rade con la stessa velocità con cui s’avvicinava l’ora di chiusura: il vocio delle sale e delle richieste dei clienti si confondeva con le urla di bordo e il rumore di una vecchia cassa a tamburo simulava l’issare delle cime e la tensione dei legni dei prahos.
Poi i libri finivano, come deve capitare alle cose speciali.
Le luci che si spegnevano pochi secondi dopo l’ultima pagina e il richiamo di mio padre verso l’uscita sospendevano il miracolo di un piratesco universo parallelo, lanciandomi nuovamente verso avventure contemporanee, meno inclini allo sconfinato romanticismo stevensoniano e salgariano.
Si tornava a casa.
Purtroppo al sicuro.

Luca Cocco
Connessionauta di Aristan

COGLI L’ATTIMO

* VIDEO CYMATICS

da L’isola del tesoro (1934) diretto da Victor Fleming

  • MANIFESTO DI ARISTAN


    ANTEPRIMA
  • PROMO ARISTAN ROBERTO PEDICINI


  • INNO


  • IL TEMPO DEI TOPI DI FOGNA


  • CIAO NADIA