Una volta vidi un bambino che tirava per noia e per suo divertimento delle piccole pietre verso un cane, un randagio. L’avrei rimproverato immediatamente, ma per fortuna non aveva una gran mira ed ero distratto a osservare la presenza dei suoi genitori che poco si curavano del pargolo.
Assistetti per un po’, il bambino non si stancava, i genitori continuavano a guardare il panorama e mi sentivo in colpa io. Mi avvicinai con atteggiamento educato “Scusate, a che ora smonta il bambino?”. “Come? Cosa smonta?” disse il padre sorpreso. Gli indicai il bambino, ancora intento a raccogliere pietre e spiegai meglio “Saranno dieci minuti che mira quel cane”. ”Pietre? Sono ghiaietta, non gli fa niente”. Gli spiegai che a parte la grandezza doveva considerare che se quel cane trovava sulla sua strada tanti bambini con genitori poco sensibili come loro, se non subiva danni fisici accumulava di sicuro stress psicologico. Sembravo uno uscito fuori da un film di Verdone.
C’è però gente permalosa che non gradisce. Parlo di me, perché non vi dico come andò a finire, ma il bambino si mise a piangere, la moglie si disperò e lui promise di denunciarmi. Dopo trenta anni proprio il mese prossimo ho un’altra udienza, nel caso ricorro.
Un epilogo nervoso per una “fesseria” che per me era una cosa grave che rientrava nel problema dell’educazione dei figli e della convivenza con gli animali, qualcuno ci aggiungerebbe anche la privacy.
Ci ho ripensato dopo l’episodio della toccata senza fuga del tifoso alla giornalista, che è composto di piccoli frammenti che non vanno analizzati in se stessi altrimenti non se ne coglie la gravità e l’insensatezza come nel caso della “ghiaietta”. Che gusto ci sarà a dare una palpatina veloce? Come mai nessuno l’ha rimproverato? E se anche altri avessero preso a imitarlo vista l’incolumità? Sarebbero diventati seriali.
In effetti è un problema anche nostro che assistiamo senza reazioni e quindi senza sanzioni. Mi è capitato all’estero: una volta ho preso una strada in senso vietato. Ancora un po’ e mi facevano tornare indietro a spinte. Venti persone minacciose tutte insieme, alle quali chiesi scusa con ampi gesti. Una curiosità: quel tifoso è apprensivo con sua figlia? O geloso con la moglie?
Non so come sia messo fisicamente quel tifoso ma è possibile che non abbia trovato nessun tifoso avversario?
Nino Nonnis (Sa Cavana [la roncola] di Aristan)
“Ci ho ripensato dopo l’episodio della toccata senza fuga del tifoso alla giornalista, che è composto di piccoli frammenti che non vanno analizzati in se stessi altrimenti non se ne coglie la gravità e l’insensatezza come nel caso della “ghiaietta”.”
Da BABBO È FINITO SUL GIORNALE – Editoriale di Nino Nonnis (Sa Cavana [la roncola] di Aristan)