BAGLIONI RESUSCITA SANREMO. CHI CE L'AVESSE DETTO…


Editoriale del 13 febbraio 2018

Ogni volta che vediamo “Techetecheté” e i suoi dati d’ascolto costantemente altissimi, ci chiediamo, come Raf cantava degli anni Ottanta, cosa resterà di questi anni Duemila. Quali brani potranno mai selezionare, tra mezzo secolo, i curatori di un programma di montaggio da una televisione così mediocre e anemica come quella attuale, sempre più insulsa e deperibile già al momento della messa in onda? Adesso almeno una risposta ce l’abbiamo: il Sanremo 2018. Archiviate le edizioni precedenti, quando Bonolis, Fazio e Carlo Conti avevano trasformato il Festival metà in un carrozzone promozionale di RaiUno metà in una carrellata di apparizioni di comici, scienziati, astronauti e giornalisti, con contorno anonimo di Michele Zarrillo, Flavia Fortunato e qualche avanzo già in putrefazione di talent (Marco Carta, la Amoroso), Claudio Baglioni ha allestito con classe e professionalità uno spettacolo nazional-popolare incentrato sulle canzoni e strutturato come il gran varietà dei tempi d’oro, stile Canzonissima o Studio Uno. Sfruttando al meglio il talento poliedrico di Pier Francesco Favino (mai così bravo) e Michelle Hunziker (perfetta per vivacità e misura) e puntando sull’affiatamento di un cast dai tempi giusti, convincente perché convinto e divertente perché divertito, Baglioni ha selezionato canzoni di livello medio-alto (tra cui spicca un inedito di un Lucio Dalla doc), ha regalato duetti storici (su tutti emozionanti quello suo con Giuliano Sangiorgi e quello tra Giorgia e James Taylor), ha radunato il meglio dei pochi comici di razza sulla piazza (Fiorello, Frassica, la Raffaele, il mago Forrest) e ha portato a casa percentuali da record di share (oltre il 50%, quello che nessun partito raggiungerà il 4 marzo). Niente di trascendentale, ma per una settimana abbiamo ascoltato un festival musicale, come dovrebbe essere ogni anno e come invece non era più da decenni, e abbiamo visto una televisione fatta a modo, come dovrebbe essere tutto l’anno e come invece temevamo non fosse neanche più possibile fare. Passerotto, non andare via…

Fabio Canessa
Preside del Liceo Olistico Quijote

per una settimana abbiamo ascoltato un festival musicale, come dovrebbe essere ogni anno e come invece non era più da decenni, e abbiamo visto una televisione fatta a modo, come dovrebbe essere tutto l’anno e come invece temevamo non fosse neanche più possibile fare. Passerotto, non andare via… (da BAGLIONI RESUSCITA SANREMO. CHI CE L’AVESSE DETTO…, editoriale di Fabio Canessa)

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