BANCARI – Editoriale del 15 luglio 2018


I bancari non sudano, sono sempre in giacca e cravatta, anche se si concedono una maggiore rilassatezza, soprattutto d’state. Sono però sempre ben pettinati, capelli corti, e non hanno l’abitudine di fare il riposino dopo pranzo. Tuttalpiù si stendono dieci minuti sul letto o sul divano, attenti proprio a non addormentarsi. Non sollevano mai la voce e hanno un approccio educato che trasforma e contagia anche i clienti.
Si possono dividere grosso modo in due categorie: quelli che parlano male del proprio direttore e quelli che fanno di tutto perché il direttore parli bene di loro.
Hanno due tipi di interesse per le colleghe: fisso e indicizzato.
Da non confondere bancario con banchiere, o banconiere.
Possiedono un gergo speciale di categoria: per loro una bella “mora” non è una procace ragazza dagli occhi scuri.
Una “sofferenza” non è una prova fisica o morale, ma una statistica che li lascia totalmente indifferenti.
Un “agio” non corrisponde a una comodità e il loro dilemma esistenziale non è “avere o essere”, ma “dare o avere”.
Una “piazza” non corrisponde a un luogo con fontane, panchine e pensionati.
Se andate in bagno non chiedetegli la carta, potreste essere costretti a pulirvi col bancomat. Che in questo caso se ne frega del codice segreto.
Quando tentano un approccio con l’altro sesso non dicono “Ci facciamo un giro?”, ma “Ci facciamo una girata?”.
Se vi invitano a casa a vedere la collezione di “farfalle” non aspettatevi simpatici animaletti con le ali colorate.
In amore praticano il petting e il leasing.
Sono tra i pochi che dicono che si stava meglio quando si stava meglio, anche se lavoravano sedici mesi all’anno.
La banca è il luogo di lavoro dove viene data l’idea che ci sia più possibilità di carriera ed è per questo che ci si lamenta di più quando non se ne fa.
Si sale di piano, si cambia ufficio, filiale, agenzia, scrivania, si diventa capocassieri, condirettori, reggenti, funzionari.
Direttori però si nasce, non si diventa.

 

Nino Nonnis (Sa Cavana di Aristan)

 

“I bancari non sudano, sono sempre in giacca e cravatta, anche se si concedono una maggiore rilassatezza, soprattutto d’state. Sono però sempre ben pettinati, capelli corti, e non hanno l’abitudine di fare il riposino dopo pranzo. Tuttalpiù si stendono dieci minuti sul letto o sul divano, attenti proprio a non addormentarsi. Non sollevano mai la voce e hanno un approccio educato che trasforma e contagia anche i clienti.” Da BANCARI – di Nino Nonnis (Sa Cavana di Aristan)

Da “Prendi i soldi e scappa” di Woody Allen (1969)

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