Provo sconfinata ammirazione per chi dorme senza noie, per chi attraversa l’uscio che apre al buio senza strategie, con nobile disinvoltura. Immagino derivi da qui la mia fede nell’infanzia e nella vecchiaia, luoghi ove si manifesta spiccata la resistenza alla storia. Sbertucciando il concetto per fini editorialistici potremmo assimilare il sonno all’Esodo di Negri e Hardt (“Assembly”, Oxford University Press 2017-ma soprattutto in “Commonwealth”): lo scontro con l’esistente politico/sociale avviene attraverso la fuga interna, un nuovo modo di fare le cose che è altrove e nell’altrove crea inusitate forme di pensiero, linguaggio e azione. Possibile non aver nostalgia di un ritorno dal mare, l’ovvietà pacifica della salsedine e dell’oblio nel corpicino assopito? Come non provare una tensione erotica verso la condizione dell’anziano che non raccoglie le forze, che con poderoso, demiurgico disinteresse s’abbiocca a ogni piè sospinto? “La storia è un incubo dal quale voglio destarmi!” esclamava il giovane Dedalus nell’Ulisse! Per forza! Tic-tac tic-tac tic-tac, le lancette e le lampadine nelle fabbriche della rivoluzione industriale, la devastazione della libertà e dell’istinto per la luce, le maree, il vento e le stagioni, la bordata biopolitica dell’evo moderno. Dormire, sognare! Io rivendico il diritto all’oblio, sul web e sulle panchine, ed esigo dalle forze partitiche piani infrastrutturali per garantire alla nazione letti e sofà, intingoli soporiferi di Stato, culle come nuvole di piume negli aeroporti: al cesso le auto elettriche! Esodo! Una deriva di massa verso il pulsare spontaneo della vita, il ritorno fra i fatti del tempo quando si ha voglia, quando si può! “Tutti possono fare altrettanto. Basta chiudere gli occhi, è dall’altra parte della vita”. È un viaggio, è la letteratura stessa. Lo dice Cèline, e lui non sbaglia mai.
Luca Foschi
(Inviato di guerra da Aristan\ Aristan’s war correspondent)
Dormire, sognare! (da BASTA CHIUDER GLI OCCHI, editoriale di Luca Foschi)