BENEDETTI AMICI


Editoriale del 15 marzo 2020

L’amicizia sta all’uomo come la ragnatela al ragno o il nido all’uccello, diceva William Blake. Dal sacrificio del Vangelo di Giovanni (Nessun amore è più grande che dare la vita per gli amici) alla raffinatezza mondana di Elias Canetti (Ognuno vuole amici potenti. Ma loro ne vogliono di più potenti), passando per la canzone popolare, le definizioni non si contano. Io una non ce l’ho. Ho una costellazione di sensazioni e grumi di gratitudine e dettagli che hanno a che fare con la casa e il ritorno, anche se nascono per le strade, sui treni, nei bar. Un divano e un gatto di nome Bettina a sera, dopo essersi persi in una città nuova. Un tavolino di una pizzeria di periferia e cinque donne che si ritrovano dopo trent’anni. Un bigliettino di un adolescente che dice solo: “la vita è bella”, conservato anche se allora non sapevi che era un testamento e lo benedici per i mandarini che ti sbucciava quando eri a letto con l’influenza, perché levava i semi. Benedico le chiavi lasciate sotto il tappetino e il prosecco nel frigo di Karoline, le amiche delle amiche che per proprietà transitiva traboccano d’amore e cura e che in genere si chiamano Loredana e dunque le Loredana di tutta la terra; il passo veloce di Soumadyip da Waterloo a casa, quando fa freddo e mi porta la valigia. La figlia di Jimmy che ha gli occhi della madre e spero anche il cuore; benedico Anna, la sua sedia a rotelle e i nostri balli; il banco del liceo e i quaderni di Camilla. Benedico Valentina che resterà adolescente per sempre e io con lei; l’ospedale e le mie compagne di cella; Elisabetta, per la grazia con la quale sa dividere un dolore e l’albero di Natale di Donatella. Benedico gli usci dopo le rampe di scale, perché so che dentro c’è casa; benedico gli sguardi, i silenzi, e l’amore, perché non hanno nome. Benedico le nazioni che si sono incrociate per un’ora al tavolo della cucina dei miei genitori, il cibo diviso una volta o cento. Benedico l’amore che quando c’è stato non passa più. E, visto che ci sono, benedico Virginia Wolf, che aveva capito tutto (Alcuni si rifugiano in chiesa, altri nella poesia. Io preferisco rifugiarmi negli amici).

Eva Garau (PRECARIA di Aristan)

L’amicizia sta all’uomo come la ragnatela al ragno o il nido all’uccello, diceva William Blake (da BENEDETTI AMICI, editoriale di Eva Garau)

da Felicity, serie televisiva statunitense prodotta dal 1998 al 2002

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