Col passare degli anni la mia vita sociale è diventata sempre più rarefatta. Così mi sono reso conto di avere da tempo creato, senza che nessuno me lo avesse chiesto, una di quelle “bolle sociali” che oggi vengono auspicate dal governo per contrastare la diffusione del coronavirus. Al massimo a casa incontro quattro persone, sempre le stesse, incluse mia moglie e il gatto (concediamogli la sua dignità). Anche tutti i nostri amici hanno creato da tempo la loro bolla, ci sentiamo spesso, siamo vicini seppur lontani, ma con la pandemia ancora di più cerchiamo di evitare che le nostre bolle si incontrino. Niente esterni, le bolle non sono più resistenti di quelle di sapone, al primo contatto scoppiano. Certo, in maniera fraudolenta (“Abbiamo finito lo zucchero!”) cerca di entrare ogni tanto a casa mia una bolla rompipalle come quella del primo piano, una pseudobolla, cinque anziani fratelli e sorelle che trovi ogni giorno in fila all’apertura dei supermercati per approfittare degli sconti. Non si sta poi così male, all’interno della mia bolla. Mi diletto, ad esempio, con le palle di neve. Non smetto di guardare il filmato realizzato dei fratelli Lumière nel 1896 e da poco ricolorato, non c’è niente che mi procuri più gioia. Mi immedesimo nei partecipanti alla battaglia su una strada di Lione: per chi l’ha visto, una volta sono quel giovanotto che cerca di passare indenne pedalando veloce in bicicletta, un’altra l’anziano elegante professore (?) in cappotto e cappello che si diverte come un matto.
Passata la pandemia, torneremo a essere felici. Sarà divertente per me, semmai un giorno dovesse nevicare, distruggere con grosse palle di neve la bolla sociale del primo piano.
Marco Schintu (Esperto di spazi confinati)
“Non smetto di guardare il filmato realizzato dei fratelli Lumiere nel 1896 e da poco ricolorato, non c’è niente che mi procuri più gioia. Mi immedesimo nei partecipanti alla battaglia su quella strada di Lione: per chi l’ha visto, una volta sono quel giovanotto che passa veloce in bicicletta, un’altra l’anziano professore in cappotto e cappello che si diverte come un matto.”
Da BOLLE SOCIALI E PALLE DI NEVE – Editoriale DI Marco Schintu (Esperto di spazi confinati)