I boy scout non si chiameranno più così, ma solo scout, perché a qualcuno l’esistenza di una realtà diversificata dà fastidio: pur di avere un mondo di un solo colore, preferiscono svuotarlo. Dato che non si può essere boy e girl allo stesso tempo, preferiscono essere nulla. Il nulla afasico degli asterischi: “buongiorno a tutt*, gentilissim*” si legge oggi sull’intestazione di molte email, e sembra di vedere uno che mentre parla viene sfigurato da un pugno nell’occhio.
Cambiare i nomi delle cose è sempre la proclamazione di una teologia. La “rettificazione dei nomi” è la prima e più importante delle operazioni che secondo Confucio l’uomo di qualità (e la società, e lo Stato) deve compiere quotidianamente per evitare che i nomi stessi scivolino verso il nulla (proprio ciò che invece l’Occidente persegue). Il termine “li”, che in origine designava il potere magico degli sciamani e dei re, col tempo tende a scivolare verso il significato profano e pagano di “forza, potere, carisma”. Confucio prende questo nome, lo cura come un giardino trascurato, lo fa rifiorire e gli dà un nuovo contenuto: virtù, rettitudine, capacità di essere perno e punto di riferimento per gli altri. Il “li” è solo un nome: abbandonato a sé stesso, questo nome diventa sterco; coltivato, diventa fiore.
Noi prendiamo i nomi e li sfiguriamo con gli asterischi. Per fortuna –anche questo sa Confucio- essi hanno una intrinseca capacità, un giorno, di rifiorire, di gettare un seme, anche quando li schiaccia lo stivale ignorante di una civiltà che li butta via.
Gianluigi Sassu
Asiatista di Aristan
Cambiare i nomi delle cose è sempre la proclamazione di una teologia. La “rettificazione dei nomi” è la prima e più importante delle operazioni che secondo Confucio l’uomo di qualità (e la società, e lo Stato) deve compiere quotidianamente per evitare che i nomi stessi scivolino verso il nulla (proprio ciò che invece l’Occidente persegue).