Il caffè, importato in Italia attraverso il commercio con l’impero Ottomano, era anticamente considerato la bevanda del diavolo fino a che Papa Clemente VII, nel 1600, assaggiata la scura bevanda, la trovò gustosa e la benedì sdoganandola definitivamente. Il rito del caffè in Italia è ormai storia e chiunque prima o poi dice o si sente dire: “Ci prendiamo un caffè?”. A scuola c’è perfino uno stanzino dedicato dove spesso finiscono i docenti smarriti. Se un docente non si trova vuol dire che è lì, nella zona più tecnologica di tutto il resto dell’edificio: macchinetta di George Clooney, fornetto a microonde scaldatutto, frigo bar. Ma da quando il nostro collaboratore scolastico Signor Mariano ha frequentato i corsi di digitalizzazione del personale ATA, il nostro stanzino del caffè è diventato addirittura high-tech e, in bella mostra, a fianco al Badge Time Clock System per la rilevazione delle presenze, troneggia una stampante di nuova generazione che disegna, modella, crea qualsiasi oggetto in tre dimensioni. Certo è strano stia lì, ma Mariano ha tanto insistito e il vicepreside gli ha dato il permesso. Principalmente il bidello stampa i bicchierini del caffè che, non si sa come, spariscono sempre e poi la carta igienica che, contrariamente a quanto accade nelle altre scuole, da quando la stampiamo in 3D non manca mai ed è pure a otto veli!
Giovanna Ferraro
(Assistente di Volo ad Aristan)
Se un docente non si trova vuol dire che è lì, nella zona più tecnologica di tutto il resto dell’edificio: macchinetta di George Clooney, fornetto a microonde scaldatutto, frigo bar. (da CAFFÈ 3D, editoriale di Giovanna Ferraro)