L’umanità si chiede se potrà mai tornargli utile il genio di Franky Zapata, un tipo capace di librarsi in volo spinto da cinque potenti reattori. Zapata ha messo a punto un dispositivo che aspira ad essere l’equivalente aereo delle moto d’acqua, qualcosa cioè di cui non si sentiva assolutamente la necessità. Un rischio per l’uomo e per l’ambiente, una fonte di rumore infernale, l’esibizione di una potenza inutile e per il momento fine a sé stessa. Il governo francese (Zapata è francese) sostiene che gli “uomini volanti” potranno essere impiegati con successo nelle forze armate, anche se per ora sembrano destinati ad essere facilmente impallinati. Qualche altro pensa che la moto d’aria permetterà di evitare il traffico e arrivare prima al supermercato o al pronto soccorso, dove comunque i tempi d’attesa saranno infiniti: troppi Franky Zapata con le ossa rotte in codice rosso. In un’estate torrida come quella in cui si è palesata questa nuova invenzione, l’incubo è dunque quello di vedere per aria in un futuro prossimo stormi di motori e motorini che trasportano bellimbusti in goretex. La comparsa di un uomo volante sul cielo del mio cortile, magari un vicino di casa, sarà accolta con lo stesso entusiasmo con il quale si accoglie un calabrone: se va bene spruzzandogli addosso dell’insetticida, altrimenti buttandolo giù con un bazooka.
Marco Schintu
(Ufficio pesi e misure di Aristan)
L’umanità si chiede se potrà mai tornargli utile il genio di Franky Zapata, un tipo capace di librarsi in volo spinto da cinque potenti reattori.
Da I CALABRONI A MOTORE – Editoriale di Marco Schintu (Ufficio pesi e misure di Aristan)