Capitolo 32 – L'IMPERFEZIONISTA


Editoriale del 12 marzo 2014

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Se siete sul pianeta Terra nei giorni in cui scrivo queste righe e non conoscete personalmente Fabio Canessa sappiate che state perdendo un’occasione unica. Perché?… Bè, non è facile da spiegare. Io stesso che pure sono un suo vecchio amico, non saprei da dove cominciare. Posso però dire che, se sul nostro pianeta, camuffata da terrestre, ci fosse una spia che viene da Alfa Centauri (costellazione australe del Centauro) o da VY CMa (costellazione del Cane Maggiore), Fabio farebbe fare a tutta la Razza Umana un figurone. Accademico Perduto del Giudicato d’Arborea, editorialista e docente di Verità presso l’Università di Aristan, preside del Liceo Olistico Quijote e professore di lettere presso il Liceo Carducci di Piombino, è uno dei primissimi iscritti alla Confederazione dei Regni Individuali. Fabio sa contemplare la bellezza, irridere i velleitarismi ed essere perfettamente a suo agio in tutte le realtà possibili; in più ha un dono che nessun altro al mondo possiede, infatti se è vero che i lettori intelligenti possono regalare carne e sangue ai personaggi letterari che preferiscono, lui supera di gran lunga questo stadio: viene chiamato dagli stessi personaggi perché entri nel testo. Proprio così! Fabio Canessa può entrare e uscire a suo piacimento dalla opere alterandole momentaneamente: potreste intravvederlo accanto al colonnello Aureliano Buendía mentre alla periferia di Macondo costruisce pesciolini d’oro, o mentre racconta il jazz di Jelly Roll Morton alla bella Daisy durante una festa nella villa del grande Gatsby; l’altra notte, rileggendo Il Maestro e Margherita, l’ho intravisto mentre offriva un Aulin a Ponzio Pilato tormentato dal mal di testa. Silvano Tagliagambe, editorialista e iconografo di Aristan, dice di lui che è un Imperfezionista. La parola “Imperfezionista” esiste dal 20 luglio 2013 e definisce un liberatore fuori da ogni schema. Ineccepibile per Fabio Canessa. Lui infatti è la rivoluzione dei personaggi perfetti nelle opere perfette; il loro estremo, insperato ritorno al libero arbitrio. È la felice possibilità di una dissonanza in quel ghetto feroce che è l’armonia assoluta del loro racconto. Ma attenzione, le visite dell’Imperfezionista, non sono mai un oltraggio, sono sempre e soltanto la risposta affettuosa a un invito. Per questo lo adorano tutti i personaggi vivi della letteratura di tutti i tempi. Così accade che ogni volta che Ginevra incontra Fabio lo bacia in bocca, Aladino gli presta la lampada e Gregorio Samsa – felice di rivederlo – lo abbraccia stretto stretto, con tutte le sue zampette.

Filippo Martinez

COGLI L’ATTIMO

 

)

dal Napoli Film Festival del 2010 (sui rapporti tra Fabio Canessa e Totò)

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