CATTIVA FINE E BUON PRINCIPIO


Editoriale del 29 dicembre 2020

In questi ultimi giorni dell’anno sono usciti (naturalmente sui canali digitali) il film più bello dell’anno e quello più brutto. Il consiglio è di vederveli entrambi dopodomani, il 31 dicembre: prima il più brutto, per finire l’anno in linea con il clima di questi 12 mesi, poi il più bello, come augurio di un 2021 all’altezza. Iniziate dunque con “Tutti per 1-1 per tutti”: il regista Giovanni Veronesi ha dichiarato che si tratta del film che da sempre sognava di fare, per divertirsi tornando bambino e concedendosi la massima libertà creativa. Che però coincide con l’assenza totale di creatività. Si sarà divertito lui, forse gli attori, ma gli spettatori no di sicuro. Guardatelo per credere: non si sa se è peggiore la sceneggiatura di assoluta inconsistenza, la cornice coi due bambini innamorati, la regia delle scene d’azione, la serie di gag sfiatate e battute loffie, l’insopportabile recitazione di Giulia Michelini… Alla completa mancanza di idee, gusto e divertimento del disarmante filmetto italiano fate seguire la creatività (questa sì) di un capolavoro come “Soul” di Pete Docter, l’ultima opera di animazione della Pixar. La storia del professore di musica delle medie che, per un incidente, finisce in coma all’ospedale proprio il giorno del suo debutto in un prestigioso jazz club newyorkese e si ritrova nell’aldilà fonde genialmente un plot che si interroga sui massimi sistemi e un linguaggio cinematografico che aderisce per l’aldiqua all’animazione più prodigiosamente realistica e per l’aldilà si astrae nel cubismo e nella linea che Cavandoli inventò per il Carosello Lagostina. Miscelando musica jazz stellare (Duke Ellington, Herbie Hancock) e citazioni cinefile (“Il paradiso può attendere”, “Gli uomini preferiscono le bionde”), diverte, commuove ed entusiasma toccando, con quella profondità che può nascondersi solo sulla superficie colorata di un cartoon di lusso, temi come la paura di morire e la paura di vivere, la forza della spinta dell’ambizione e la gioia della semplicità quotidiana, la necessità della scintilla di una passione per dare forma e senso alla vita, l’ansia e la depressione come cause della perdizione dell’anima (e notate come il tutto si traduca nella lingua delle immagini), finendo poi col celebrare il gusto e lo stupore di essere al mondo. È il film più colto e intelligente dell’anno, in barba alla barba di George Clooney, che ci aduggia per due ore nel suo statico “The midnight sky” sforzandosi di essere severamente pensoso e intensamente dolente, mentre risulta solo inutilmente noioso. Cattiva fine (“Tutti per 1-1 per tutti”) e buon principio (“Soul”).

Fabio Canessa (Preside del Liceo Olistico Quijote)

“Un plot che si interroga sui massimi sistemi e un linguaggio cinematografico che aderisce per l’aldiqua all’animazione più prodigiosamente realistica e per l’aldilà si astrae nel cubismo e nella linea che Cavandoli inventò per il Carosello Lagostina.”
Da CATTIVA FINE E BUON PRINCIPIO – Editoriale di Fabio Canessa (Preside del Liceo Olistico Quijote)

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