C’ETAIT UN RENDEZ VOUS


Editoriale del 23 settembre 2015

È tardissimo cavoli! Non mi ero resa conto! Ci ho messo troppo tempo a prepararmi, però dai, quando hai un appuntamento vuoi essere bella, perfetta. Ma non posso, non voglio arrivare in ritardo mica sta lì ad aspettare me. Metto in moto e mi infilo nel traffico, guido come un’isterica, scatto, sorpasso, freno. è tutto contro di me, odio i semafori e i pedoni, suono alle bici, levatevi di mezzo, sto aggrappata al volante e accade quello che non deve accadere: sudo.
Finalmente arrivo al luogo stabilito, rallento col fiato sospeso, un po’ guardo la strada, un po’ lo cerco. Non lo vedo. Accidenti a me e al tempo perso a provare gli orecchini. Mi sembrano così inutili, ora questi orecchini. Ma ecco, mi sembra..forse è lui. Sì! C’è ancora! In un attimo gli sono davanti, mi guardo intorno, non c’è nessuno, gli salto addosso senza ritegno. La tensione si scioglie, l’ansia si placa, finalmente respiro.
Era lì, un po’ nascosto, mi aspettava. L’ultimo parcheggio.

Genny Pignataro Atzeni
(Rabdomante ad Aristan)

COGLI L’ATTIMO

 

Claude Lelouch – C’était un Rendez vous 1976

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