CIÒ CHE FACCIAMO IN VITA, RIECHEGGIA NELL'ETERNITÀ


Editoriale del 2 febbraio 2014

Ogni tanto se ne incontra ancora qualcuno. Sono individui rarissimi, praticamente dei mutanti, immensamente creativi, molto efficienti, amanti del rischio, seduttivi, irresistibili. Se riusciamo a non invidiarli sono gli esseri umani più straordinari da conoscere. Entusiasmanti, catalizzatori di mille attività, grandi strateghi e visionari. Derivano da quei capi branco che erano obbligati a prendere decisioni per tutto il gruppo. Molti di loro sono estinti, scomparsi per trasformare i sogni in realtà. Sono persone ad alta energia e di grandissimo successo. Tutto meraviglioso dunque? Non proprio; il loro lato oscuro deriva dal fatto che sembrino tronfi (spesso lo sono davvero), presuntuosi, paranoici, talvolta irritabili e quasi sempre arroganti. Si tratta dunque di personalità ingombranti, con scarsa sensibilità per i particolari, che pensano al gruppo nell’insieme trascurando i singoli che possono sentirsi abbandonati. Sono insolenti insomma, alcuni lo sono persino nel portamento; immersi in una perenne sfida con tutto e con tutti. In realtà non sono affatto interessati alla competizione che sono comunque sicuri di vincere (ed e’ vero), a meno che non si scontrino frontalmente con un loro pari, cosa che per la fortuna di tutti non succede quasi mai.

Luca Pani
(Psiconauta ad Aristan)

COGLI L’ATTIMO

 

da L’armata Brancaleone (1966) di Mario Monicelli con Vittorio Gassman, Gian Maria Volonté, Enrico Maria Salerno, Catherine Spaak

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