CORAGGIOSO MIO MALGRADO


Editoriale del 13 giugno 2019

Il pesce palla (fugu) è tra le creature più velenose al mondo. I suoi organi, in particolare il fegato, contengono una tossina più letale del cianuro, per la quale non esiste un antidoto. In Giappone il fugu, che si consuma da secoli, può essere preparato solo da cuochi provvisti di una speciale licenza, cosa che non li mette al riparo da errori: anche tra loro si contano i morti. Alla tavola dell’Imperatore non è ammesso. Una volta a Kyoto, a una cena alla quale non mi potevo sottrarre, fui informato che avevo appena ingerito il fugu. Trattandosi di un pesce poco prelibato ma molto costoso scoprii in quel momento che chi decide in Giappone di mangiare il fugu lo fa quasi esclusivamente per provare la sensazione di averla fatta franca, dopo qualche momento di brivido. Nessuno di loro vuole morire: non dovrebbe succedere, ma potrebbe. Peccato che io non avessi scelto di sottopormi a quella prova. Qualcosa di simile mi è capitato recentemente. All’alba di un sabato di fine inverno ho preso un volo Norwegian da Las Palmas (Gran Canaria) a Madrid. Aereo nuovissimo, grandi cappelliere disegnate in modo da evitare di sbatterci la testa se ti alzi in piedi, personale gentile e preparato. Peccato che subito dopo il decollo, dando un’occhiata alla scheda di sicurezza nella tasca della poltrona, mi rendo conto che si tratta di un Boeing 737 Max, uno di quelli tenuti a terra dalle compagnie di tutto il mondo perché ritenuti pericolosi (due disastri aerei nel giro di pochi mesi). Non lo sapevo, nessuno mi aveva avvisato (o perlomeno non era scritto a lettere cubitali) quando ho acquistato il biglietto. “Siamo in contatto continuo con Boeing, siamo in grado di affrontare qualsiasi evenienza”, mi rassicura una hostess. “Non dovrebbe succedere, ma potrebbe”, si leggeva in realtà nei suoi occhi. “Ogni volta, quando scendiamo a terra, proviamo la sensazione di averla fatta franca”. Come me.

Marco Schintu
(Ufficio pesi e misure di Aristan)

“Il pesce palla (fugu) è tra le creature più velenose al mondo. I suoi organi, in particolare il fegato, contengono una tossina molto più letale del cianuro, per la quale non esiste un antidoto…” (da CORAGGIOSO MIO MALGRADO – Editoriale di Marco Schintu)

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