Ogni tanto, specie di questi tempi, sentiamo tutti la necessità di spingerci oltre i confini dell’ovvio e della noia, anche a dispetto delle regole. Non si capisce però perché se un governante decide che è conveniente, divertente ed eccitante che il suo popolo attraversi con gli occhi bendati una trafficatissima autostrada o si sdrai sui binari della ferrovia, ci sia bisogno che un comitato di insigni scienziati certifichi che non si corrono rischi e che dunque il presidente non si è bevuto il cervello. Li riterreste credibili? Perché mai per decidere di riaprire le discoteche in agosto in Sardegna, in presenza di un virus che si trasmette velocemente per via aerea e che aveva già fatto decine di migliaia di morti era necessario ottenere il beneplacito di un prestigioso comitato tecnico-scientifico? Non era ovvio che dovessero restare chiuse? Lasciamo perdere lo scaricabarile, i complotti, le dietrologie e i sospetti, non è questo il punto. Il comitato tecnico-scientifico sardo è composto (era composto, prima che evaporasse) da illustri ricercatori, provo a mettermi nei loro panni. Cosa avrebbero dovuto concludere i luminari, incontrandosi a distanza su Zoom o dal vivo all’aria aperta, mascherati e a ragionevole distanza tra loro per paura del contagio, dopo essersi arrovellati per dimostrare l’indimostrabile? Che il governo della Sardegna aveva avuto l’idea geniale di dare fiato al turismo e all’assembramento felice, ma che -fidatevi, parola di scienziati – non esiste rischio alcuno. Meglio balbettare, tacere, non farsi trovare, sparire, dimettersi. Non sarà finalmente balenato il dubbio, ai nostri, di essere stati chiamati solo per dare dignità scientifica a utopie come il COVID-free, il patentino di immunità e, per l’appunto, l’apertura senza rischio delle discoteche? Alla scienza viene spesso rimproverato di sprecare tempo e soldi per continuare a spiegare l’ovvio. Si eseguono ancora ricerche per dimostrare che il fumo di sigaretta danneggia i polmoni o che l’abuso di alcol aumenta il rischio di incidenti. In Sardegna si spendono tempo e soldi per cercare di negarlo, l’ovvio.
Marco Schintu (Ufficio pesi e misure di Aristan)
“Cosa avrebbero dovuto concludere i luminari, incontrandosi a distanza su Zoom? Avrebbero comunicato al mondo che il governo della Sardegna aveva avuto l’idea geniale di dare fiato al turismo e all’assembramento felice, ma che -fidatevi, parola di scienziati – non esiste rischio alcuno?”
Da COSA CHIEDERE ALLA SCIENZA – Editoriale di Marco Schintu (Ufficio pesi e misure di Aristan)