La prima e la più celebre è stata Madonna. L’icona pop ha postato su Instagram le foto della festa di compleanno del fotografo Steven Klein. Lei e lui, lei e gli altri invitati, abbracciati, festanti, senza mascherina. La cantante, che in principio si era giustificata con la presunta immunità raggiunta dopo aver contratto il virus, si è infine dovuta scusare pubblicamente. Ora, che le due cose siano legate è irrilevante, negli Stati Uniti si moltiplicano i covid party: feste organizzate per favorire, attraverso il contatto con positivi accertati, il contagio di soggetti non (ancora) infettati. La guarigione come carta di libera circolazione. Una nuova “tendenza” la chiamano a Washington; una guerra a viso aperto al virus, rilanciano i sostenitori della campagna alternativa per l’immunità di gregge. Una tendenza per ricchi ottimisti, verrebbe da aggiungere, considerate le condizioni del sistema sanitario statunitense e i costi esorbitanti per l’accesso a un’assicurazione sanitaria appena decente. Devono averlo sentito anche i milanesi, che l’immunità e la movida si possono bere in un sorso lungo i navigli. Di malanni virali, immunizzazione e metafora del contagio si è occupato a lungo Jacques Derrida, con tutto quello che ne deriva: paura, meccanismi di difesa contro un “terrorismo” esterno che gira sempre intorno ai concetti di “esotico” e “straniero”, porosità del corpo politico e superamento del morbo come certificazione di superiorità intrinseca. Achille e il suo tallone, per esempio, a simboleggiare la debolezza sta al confine tra il sé e l’altro da sé. Per affondare nelle metafore biofilosofihe, visto che ci siamo, l’antidoto ai deliri negazionisti (il virus non esiste), a quelli vittimistici e xenofobi (i cinesi ci vogliono morti) a quelli escatologici (il cosmo e l’umanità usciranno dalla fase 2 moralmente rafforzati), a quelli religiosi (è una punizione divina per il papato di Francesco) è già stato testato. E funziona. Variano solo le dosi. Per i primi sintomi un paragrafo di Derrida sulla logica dell’autoimmunità. Se il soggetto è ormai quasi vinto dal morbo, invece, tutta la bibliografia, senza esitazione, da Chen (2007) a Wald (2011).
Eva Garau (Precaria di Aristan)
Una nuova “tendenza” la chiamano a Washington; una guerra a viso aperto al virus, rilanciano i sostenitori della campagna alternativa per l’immunità di gregge (da COVID PARTY E DERRIDA – Editoriale di Eva Garau)