Mentre il presidente Xi Jinping, allarmato dal crollo della borsa cinese che ha terremotato le banche di tutto il mondo, si affida alla China Securities Finance per spostare il baricentro dell’economia sui consumi interni (la crisi sarebbe stata causata da un sistema troppo vincolato alle variabili della domanda esterna) al fine di stabilizzare il mercato e favorire la crescita, la China Urine Therapy Association applica l’incentivo dei consumi interni anche alla medicina e al corpo umano, invitando tutti a bere la propria urina come panacea di ogni malattia. Siete calvi? Avete le ossa rotte? Un tumore vi condanna? Bevete la vostra pipì e non avrete più problemi. Parola di Bao Yafu, 79 anni portati meravigliosamente, capo di questa associazione nata nel 2008: beve la sua pipì e ci si lava dal 1972. Intervistato dal Daily Mail, ha ammesso che la prima volta “ho tenuto il bicchiere per un po’ e poi mi sono fatto coraggio e ho bevuto mentre mi tappavo il naso”. Poi “ho scoperto che non ha un sapore tanto cattivo, anzi è meglio di alcune medicine tradizionali”. L’urina infatti conterrebbe antigeni e anticorpi naturali, che vengono dal sangue, preziosi per stabilizzare l’organismo e favorirne la guarigione, proprio come i consumi interni del mercato economico. I medici tradizionali naturalmente inorridiscono: che bischerata, i reni filtrano le sostanze di cui il corpo non ha bisogno e che senso ha rimetterle di nuovo in circolo? “Il 5 % è scorie azotate, il 95% è acqua”, dunque reinseriremo nel corpo la nostra spazzatura. Del resto, anche molti economisti non credono alle proprietà miracolose della soluzione governativa sui consumi economici interni. E quanto al disgusto, quel dandy irriducibile di Oscar Wilde, amante di vini raffinati, trovava imbevibile e pisciosa anche la birra. Una volta, a un oste londinese che aveva voluto per forza fargliene assaggiare una considerata di gran pregio, disse schifato: “Rimettetela nel cavallo”.
Fabio Canessa
preside del Quijote, Liceo Olistico di Aristan
COGLI L’ATTIMO
da Italians (2009) diretto da Giovanni Veronesi e interpretato da Sergio Castellitto e Riccardo Scamarcio