Simili agli acari nella polvere sono spudorati e sono ovunque, neppure nascosti nell’ombra, come la loro assoluta incapacità di portare a termine qualunque cosa di serio e un minimo di decenza richiederebbero. Un tempo era così: fannulloni o più frequentemente emeriti cretini e per questo raccomandati da una degna parentopoli, se ne stavano buoni buoni, si fa per dire, a rubare solo lo stipendio e mortificare tutti quelli che avevano la sciagura di incontrarli. Adesso no, non basta più. Sono troppi e molti di loro hanno perso ogni vergogna; pretendono, recriminano, chiedono di sedere presso commissioni e comitati, essere presenti alle occasioni importanti e – persino – di parlare. Sono stato costretto ad ascoltarne alcuni di recente, ad eventi importanti, in luoghi importanti e, se non fosse stato anche doloroso, lo avrei trovato solo imbarazzante. Fateci caso, sempre più spesso assistiamo sgomenti alle rappresentazioni autoreferenziali dell’idiozia al potere. Un granello nella macchina dell’Universo direte voi? Forse, o forse no. Quando essere dei dilettanti, degli incapaci, degli arroganti e dei presuntuosi (spesso tutte queste cose vanno a braccetto) diventa una professione bisognerebbe iniziare a preoccuparsi perché sono in grado di portare giù un Paese. Nella polvere, appunto.
(@luca__pani)
(Psiconauta ad Aristan)
COGLI L’ATTIMO
da Il grande Lebowski (The Big Lebowski 1998) diretto dai fratelli Coen. Con Jeff Bridges e John Goodman