È la mia ultima missione in qualità di Ambasciatore di Aristan. Ho già rassegnato le dimissioni e sono state accolte, m’è sembrato, con entusiasmo: non sono più in grado di adempiere ai miei compiti di ambasciatore né di scrivere da quando sogno solo la pioggia.
Anche ora, seduto a un capo di un lunghissimo tavolo per conferenze, insieme a tanti altri ambasciatori, sono assente: la goccia che mi piove ritmicamente sulla fronte durante la notte, ora continua anche di giorno. La pioggia dei sogni ora continua a cadermi addosso anche da sveglio. Probabilmente è un delirio, una falsa percezione: vedo infatti gli altri ambasciatori impassibili come sempre, discutono con cautela, hanno gli abiti assolutamente asciutti. È vero che evitano di rivolgermi la parola e mi guardano perplessi, ma certo è una tattica diplomatica per mettermi in difficoltà. La goccia sulla fronte batte sempre più forte, è martellante, fa male, è ora un grosso chicco di grandine acuminato.
Assurdo, ho la sensazione non che mi piova addosso ma che sia io, proprio io a piovere. Il mio imbarazzo aumenta quando m’accorgo d’essermi vestito in maniera inadeguata: calzoni corti e maglietta alla marinara. Finora ho taciuto e mi sembra mio dovere prendere la parola; tento di mantenere un contegno, mi alzo in piedi e: “Piove…” riesco solo a dire, perché tutti si alzano e si accomiatano. In quello che mi sembra un imbarazzo generale si scioglie la seduta.
Mentre vado via senza che nessuno mi saluti, mi volto verso la sala del lungo tavolo: una schiera di inservienti vi si è precipitata con secchi e stracci e sta asciugando il pavimento.
Pietro Serra
(capitano medico, ambasciatore ad Aristan)
COGLI L’ATTIMO
da Fantozzi (1975) regia di Luciano Salce con Paolo Villaggio