DIPLOMAZIA IN VIA DI ESTINZIONE


Editoriale del 28 giugno 2018

Ci sono Margaret Thatcher, Richard Nixon e un panda. Si, sembra l’attacco di una barzelletta. É il 1974, qualche anno prima Heath, predecessore di Thatcher, è tornato dalla Cina con due panda giganti. Donati allo zoo di Londra che rischiava la chiusura, gli animali sono anche un segno di amicizia tra i due Paesi. L’Istituto Smithonian di Washington chiede in prestito il panda femmina per farlo accoppiare con il proprio esemplare maschio, regalato dalla Cina a Nixon nel 1972. Il direttore dello zoo londinese è entusiasta e suggerisce che l’animale voli sul concorde del primo ministro in partenza per gli USA. Strategicamente sarebbe una clamorosa mossa di propaganda elettorale, prova plastica del rapporto speciale tra Regno Unito e States ma Thatcher rifiuta categoricamente. Non è una questione di stima per Nixon, che Thatcher incontrerà anche dopo le dimissioni seguite allo scandalo Watergate, nonostante il parere contrario del Foreign Office. Per Maggie, allora appena eletta primo ministro, in termini di popolarità sarebbe stato meglio farsi fotografare con un panda che con Nixon. Oggi gli studiosi esultano: i documenti relativi alle trattative anglo-americane sul panda, conservati al National Archive, sono stati finalmente desegretati. Chiaramente questo rimette in gioco decenni di studi storici e geopolitici e rende carta straccia le biografie esistenti. Da storica direi che ci insegna soprattutto una cosa: chiunque capitasse a Pechino nei primi anni Settanta non ripartiva senza un panda e la pace mondiale si nutriva di bamboo. Se dal passato si impara non si capisce cosa aspetti Trump a mandarne uno a Kim Jong-un.

Eva Garau (Precaria di Aristan)

Ci sono Margaret Thatcher, Richard Nixon e un panda. (da DIPLOMAZIA IN VIA DI ESTINZIONE, editoriale di Eva Garau)

Panda sei grande!

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