Gli studenti che in questi giorni preparano l’esame di maturità e saccheggiano Internet per compilare le famigerate “tesine”, spesso centoni di penose ovvietà, hanno l’occasione di trovarne già pronta una originalissima, che unisce un’ampia trasversalità di materie con gusto, cultura e quella profondità che, ci insegna Hoffmansthal, si può trovare solo in superficie. Il tema è “I cani e la letteratura”, o, come lo stesso autore avrebbe voluto intitolare il libro, “Letteratura da cani”. Ispirato dal mistero che segna il rapporto tra l’uomo e il suo migliore amico e dall’affettuoso omaggio al suo fedele bracco Ulisse, Roger Grenier in “Le lacrime di Ulisse” (edito da e/o) spazia con leggerezza da Omero a Kant, da Cartesio a Kafka, da Chesterton a Tanizaki in una godibile rassegna filosofico-letteraria che parte da un assunto sociologico sorridente ma incisivo: “Un animale domestico è una protezione contro gli oltraggi della vita, una risorsa contro il mondo, la certezza un po’ vana di essere amati a colpo sicuro, un modo di essere al tempo stesso meno soli e più soli”. Grenier analizza la relazione sadomasochista fra cane e padrone (lo dovrebbe leggere l’ingenuo Vito Mancuso, che a un recente convegno sosteneva che il rapporto di amicizia è l’unico davvero paritario, e Giulio Giorello, seduto accanto a me, mi sussurrò perfidamente all’orecchio “Infatti si dice sempre che il cane è il miglior amico dell’uomo”), discetta sulla maggiore utilità dei cani inutili rispetto a quelli utili (poliziotto, da caccia, da pastore o da slitta), indaga le metafore e i simboli degli animali che mascherano le passioni umane, stila una classifica degli scrittori secondo il loro atteggiamento verso i cani (primo Jack London, ultimo Borges) e conclude che anche la letteratura non è altro che un animale “che ci portiamo dietro notte e giorno…che amiamo e detestiamo…che ci dà il dolore di morire prima di noi”. Perché la vita di un libro oggi dura poco.
Fabio Canessa
Preside del Quijote, Liceo Olistico di Aristan
COGLI L’ATTIMO
da Amores perros (2000) diretto da Alejandro González Iñárritu. Con Goya Toledo, Emilio Echevarria, Gael García Bernal, Alvaro Guerrero