Si dice che, all’inizio, avessero pensato di portarle via in pegno a garanzia del credito concesso alla Grecia sull’orlo del collasso. Poi qualcuno ha spiegato loro che non avrebbero attecchito, perché, da sempre, le Jacarande crescono e fioriscono solamente sotto un bel sole. Solo allora, quelli che dell’Europa amano mostrare la faccia cattiva, hanno avuto l’ardire di pensare al Partenone, forse sapendolo tutto di pietra e sopravvissuto a venticinque secoli di pioggia, vento e scorribande varie. Non è chiaro se avrebbero posto i sigilli e nominato un custode o, invece, avrebbero pensato di portarlo a casa pezzo per pezzo, un po’ come fece agli inizi dell’Ottocento il Conte di Elgin, ambasciatore britannico, prelevando senza vergogna le metope e gli altri “marmi di Elgin” che oggi fanno bella mostra di sé al British Museum. Sono passati secoli da allora, forse invano, e, grazie a Dio, il Partenone è ancora lì. Tutto sommato, cambia poco. Abbiamo costruito un’Europa che scricchiola da ogni parte perché non si regge sui valori e sulla cultura che ne costituiscono le vere radici ma su un economicismo senz’anima che non conosce res extra commercium. L’ho letto negli occhi dei miei amici greci, stanchi, sfiancati per aver troppo sperato nel nostro dirci fratelli e salvatori per rivelarci infine solo piccoli prestavaluta ai quali, per una volta, non è riuscito il colpo. Eppure l’Europa rimane l’unica dimensione possibile. Siamo noi, che ne portiamo senza merito la bandiera calpestandone la storia, a dover cambiare. Ripartendo proprio da Atene che, madre generosa, vorrà sempre e comunque farci sentire a casa mentre guardiamo rapiti il Partenone.
Foto ed editoriale di Massimo Cugusi
(Vedetta di Aristan)
L’ho letto negli occhi dei miei amici greci, stanchi, sfiancati per aver troppo sperato nel nostro dirci fratelli e salvatori per rivelarci infine solo piccoli prestavaluta ai quali, per una volta, non è riuscito il colpo
(da DOVE FIORISCONO LE JACARANDE editoriale di Massimo Cugusi)
il sirtaki di Zorba – da Zorba il greco (1964), diretto da Michael Cacoyannis e basato sull’omonimo romanzo di Nikos Kazantzakis. Con Anthony Quinn