DROGA, DROGA, DROGA


Editoriale del 7 novembre 2019

Che ne facciamo uso o meno la droga ce la troviamo addosso. Cocaina e cannabis, sniffate o fumate, contaminano l’aria, viaggiano col vento. Negli agglomerati urbani, nella polvere depositata sui davanzali delle finestre e all’interno delle abitazioni, e persino nei capelli di persone che non la consumano, si misurano tracce di cocaina e dei suoi metaboliti, gli stessi presenti nella droga venduta per strada. Le superfici dove si poggiano moltissime mani in luoghi pubblici o mezzi di trasporto, bancomat, carrelli della spesa e pompe di benzina, sono generalmente contaminate dalla cocaina. Residui di droghe di diverso tipo, eliminati attraverso le acque di scarico, finiscono nei fiumi e nei laghi e rendono i pesci “iperattivi”. Per quanto riguarda la cannabis, si ha l’impressione, a leggere le cronache, che tutti la coltivino, non escluse le nonne. Non necessariamente in un campo o in una serra, ma in giardino, sul balcone, in bagno, nei vasi di casa: le piante, del resto, sono ornamentali e hanno foglie bellissime. Ma c’è di peggio. Nei giorni scorsi ha destato sensazione la notizia che in un ospedale romano alcuni neonati sono stati ricoverati nel reparto di terapia intensiva in crisi di astinenza da cocaina, come conseguenza dell’abuso di questa sostanza da parte delle madri durante la gravidanza; casi simili si verificano però da tempo in tutto il mondo e in Italia anche negli ospedali di città medio-piccole. Non ci resta che far entrare i pusher in sala parto e dare un bonus bebè alle mamme per l’acquisto di latte al metadone.

 

Marco Schintu

(Ufficio pesi e misure di Aristan)

 

Che ne facciamo uso o meno la droga ce la troviamo addosso. Cocaina o cannabis, sniffate o fumate, contaminano l’aria, viaggiano col vento (da DROGA, DROGA, DROGA – Editoriale di Marco Schintu)

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