ESSERE O AVERE


Editoriale del 14 settembre

Avere o essere? Diceva il marito della moglie di Alberoni. Io ho sempre desiderato avere, ma poi ho ripiegato sul volere avere amici che hanno. Hanno il panfilo, ma lo devono accudire loro. Hanno una villa enorme con piscina, ma devono pensare loro a tutto.
Se si tratta di dover scegliere, preferisco essere. Solo che a questo punto della mia vita ormai essere è diventato essere stato, sono in piena sfioritura e temo che non finisca qui. Non prendo più le palle corte a tennis, e mi sprofondo in un “bravo” per ogni tiro angolato. Più vado avanti e meno la gente crede che io un tempo corrispondessi a un atleta.
Se mia moglie mi spinge le ciabatte sotto il letto chiamo mio figlio per chinarsi a prendermele.
Se faccio le 4 di notte, ho bisogno di due giorni per tornare quasi normale. Se bevo tre bicchieri di birra, mi annebbio subito, che non è neanche una brutta sensazione. Da giovane ero orgoglioso del mio reggimento alla birra. Quando andavo in paese era una prova continua. A Sindia non dicevano “escimi una birra”, ma una cassa. Nel gruppo c’era uno addetto a stappare le bottiglie, non aveva un attimo di respiro. C’era chi si portava l’apribottiglia da casa. A pallone non gioco più, e per i miei avversari è una grossa perdita.
Le ginocchia le ho solo per fare delle risonanze. In macchina aumenta la mia distanza di sicurezza, visti i miei tempi di reazione. Per i foglietti di istruzione uso una lente di ingrandimento. Gli ultimi denti mi stanno abbandonando, si sentono in colpa per avermi assecondato troppo. Eppure riesco ad adattarmi al tempo che passa senza depressioni o sconforto. Sarà il carattere di mio padre, che negli ultimi giorni a 95 anni, con una malattia incurabile, ma tutti i valori a posto, a chi gli chiedeva come stava, rispondeva “Non mi posso lamentare”. Per dire di essere felice, come affermava uno scrittore latino, aspetto l’ultimo responso della mia vita, quando chiuderò il consuntivo. Purtroppo non so quale sarà il penultimo. Il preavviso ci arriva quando non serve a niente.

Nino Nonnis (Sa Cavana di Aristan)

Per dire di essere felice, come affermava uno scrittore latino, aspetto l’ultimo responso della mia vita, quando chiuderò il consuntivo. Purtroppo non so quale sarà il penultimo. Il preavviso ci arriva quando non serve a niente. (da ESSERE O AVERE – Editoriale di Nino Nonnis)

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