Sarà stata la giornata ventosa a rendermi più nervoso del solito, ma l’ultima cosa di cui avevo voglia era infilarmi a pranzo a fare lo scienziatucolo, discutendo con la signora Guarguaglini sulla verginità dell’olio d’oliva. Un mistero per lei. A essere vergini dovrebbero essere le olive visto che vengono spremute per la prima volta e in ogni caso quell’aggettivo è immeritato, sull’olio d’oliva si sentono in giro cose terribili.
Perché lamentarsi, c’è di peggio. Le spiego come si preparano industrialmente i wurstel, le salsicce e il ripieno di ravioli e tortellini, di cui peraltro è ghiotta. Non si butta via niente. Ciò che resta delle carcasse di polli e suini viene sminuzzato e la carne che aderisce alle ossa rimossa con appositi macchinari. Si ottiene così un prodotto che ha la consistenza e l’aroma del gelato al lampone. Dopo aver trattato questo impasto con una soluzione a base di ammoniaca, gli si restituisce il sapore della carne di partenza con aromi artificiali. Et voilà. Ovviamente per condire si può usare l’olio d’oliva. Extravergine, mi raccomando.
Tony Cinquetti
(Etica gastronomica)
COGLI L’ATTIMO
Mimmo Craig e Edith Peters in “sogno e risveglio”, un carosello.