FIOCCHI DI NEVE


Editoriale del 9 dicembre 2021

L’enfasi con cui vengono riportate bufere per nulla straordinarie fa pensare a quanto sia sempre stato difficile non esagerare nella descrizione dei fenomeni metereologici. Il 28 gennaio del 1887 a Fort Keogh, in Montana (USA), il proprietario di un ranch, Matt Coleman, vide cadere davanti a sé un fiocco di neve di dimensioni straordinarie: era grande, raccontò, quanto un pentolino per il latte. Non si è mai capito perché gli sia venuto in mente un simile paragone. Ma sarà vero? Bisogna fidarsi, i fiocchi di neve si sciolgono rapidamente. Da sempre succede lo stesso anche con la grandine. La sua dimensione, in tutto il mondo, non si misura, si stima; e come quella dei fiocchi di neve, si può solo raccontare. I chicchi, di volta in volta, vengono paragonati a piselli, monete da mezzo dollaro, palline da golf o da ping-pong, noci, uova di gallina, pompelmi. Ma possono essere anche grandi e pesanti come uova di struzzo, noci di cocco o meloni. Ci dobbiamo credere? È il bello della grandine: a dircelo sono le stesse persone a cui sono piovuti sulla testa chicchi grandi e pesanti come uova di struzzo, noci di cocco o meloni.

Marco Schintu (Ufficio pesi e misure di Aristan)

“L’enfasi con cui vengono riportate bufere per nulla straordinarie fa pensare a quanto sia sempre stato difficile non esagerare nella descrizione dei fenomeni metereologici”
Da FIOCCHI DI NEVE – Editoriale di Marco Schintu (Ufficio pesi e misure di Aristan)

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