FRATELLI


Editoriale del 3 marzo 2014

Ascolta, piccolo popolo di Aristan. Ascolta perché c’è la nebbia intorno. La guerra non arriva più nei pacchi dei giornali con l’oscurità del mattino, né con la radio o la televisione. Telefonate transcontinentali, parlamenti, tutte le progressive stratificazioni della rappresentanza, le dichiarazioni stentoree ordinate sulla miccia del tempo. Oppure la giovane coppia che si stringe sul bordo della strada, il fantaccino straniero piantato nell’asfalto li guarda, il fotografo scatta, la redazione incolla, tu riempi l’immagine con quel poco di memoria o conoscenza. È la rappresentazione, l’istante per il tutto e l’opinione che rincorre, il grande teatro della realtà. È la nebbia. Tu ascolta, cittadino di Aristan, non leggere non guardare. Tutto potrebbe rientrare, sgonfiarsi con l’anestetico e il diplomatico. Sarà per un’altra volta. Ma tu ascolta il cuore che batte, la mano che scivola sul ferro del fucile o il corpo nudo, gli ordini per radio e a ritroso tutte le voci che verbo dopo verbo dai palazzi scelgono l’interesse, e la forza, e il sangue. È solo una parte della follia ma tu ascolta, è già qualcosa, è il tuo binario nella nebbia: ci vuole l’anima per superare l’alto muro delle menzogne e vedere, questa volta sì, che ancora una volta pochi uomini cancellano dalle cronache la parola, fratelli.

Luca Foschi
(Inviato di guerra da Aristan\ Aristan war’s correspondent)
foschiluca.com

COGLI L’ATTIMO

 

da Il deserto dei Tartari (1976) diretto da Valerio Zurlini. Con Vittorio Gassman, Helmut Griem, Francisco Rabal, Jean-Louis Trintignant, Giuliano Gemma, Max von Sydow, Fernando Rey, Philippe Noiret

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