FURORE!


Editoriale del 20 novembre 2017

Il reportage della CNN sulla tratta degli schiavi in Libia -400 dollari per un onestissimo negro, prego- ha sollevato un polverone di sdegno e ipocrisie, urbani cittadini e istituzioni che sbraitano il tempo di un bidet morale per lasciare poi tutto com’era, tutto come si sapeva essere. Rabbie ancor più effimere nell’epoca dell’informazione planetaria che nell’ignoranza dei secoli trascorsi: immutabili stravaccamenti e progressivi. Allora che fare per conoscere quando l’informazione non può diventare esperienza? Si può insistere sulla parola più alta, e misurare la propria medievale ottusità con la letteratura, suggerita in particolar modo alla geometria razionale di ministri e diplomatici. Devono esistere numerosi esempi quando si arriva al tema della migrazione, ma in questi giorni mi è capitato fra le mani “Furore” di Steinbeck, letto superficialmente in gioventù. Dall’Oklahoma i Joad muovono precari verso il fatuo paradiso della California, dove il succo benedetto dei frutti e il sole-pare- colano rigogliosi sul mento di vecchi e bambini. La crisi del ’29 a Wall Street- cioè il capitale e tutti i suoi perfidi capillari- hanno divorato i loro piccoli possedimenti contadini. Steinbeck li racconta con tratto che noi diremmo verista e con una gentilezza che si coagula in paragrafi dove i Joad diventano la moltitudine, e il linguaggio diventa biblico e preciso nel contenere l’oceano disperato di anime. Che fare se nemmeno questo, per insistenza, grazia e contaminazione, riesce a scatenare un luccichio di funesta decenza negli uomini di potere? Nulla, si regredisce eroticamente al giornalismo e poi al bar e poi a quel fascistone scommettitore di Buffon che piange per i bambini italiani senza mondiale. Schiavi!

Luca Foschi
(Inviato di guerra da Aristan\ Aristan’s war correspondent)

Steinbeck li racconta con tratto che noi diremmo verista e con una gentilezza che si coagula in paragrafi dove i Joad diventano la moltitudine, e il linguaggio diventa biblico e preciso nel contenere l’oceano disperato di anime (da FURORE!, editoriale di Luca Foschi)

da Furore (1940) diretto da John Ford e interpretato da Henry Fonda

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