Per comprendere gli Stati Uniti e altri bizzarri fenomeni come l’identità e lo Stato moderno “Gangs of New York” è molto più utile di tanta cartaccia. Prendete l’eulogia di Obama al funerale di McCain, consacrazione del patriota d’acciaio da parte del colto e urbano uomo di colore venuto dal nulla. Sono le funzioni antagonistiche nella fiaba che reggono la grande nazione su un duello costante fra due archetipi eroici. Repubblicani e democratici. Non facessero tanti disastri all’estero sarebbero anche simpatici. Trump è l’alieno, il tralignare. Non a caso un alto ufficiale repubblicano della casa Bianca mercoledì scorso ha scritto per il New York Times un editoriale anonimo nel quale si palesa una resistenza interna al presidente. Prima volta nella storia del giornale e del paese. Insomma fra cemento e distese di grano il voto è condizionato più da Propp che da Smith. Foster Wallace scrisse di McCain in “Considera l’aragosta”. Ne consiglio la lettura, e rilancio con “Il tennis come esperienza religiosa”, ispirato a Wallace da Federer, sconfitto la scorsa settimana a Flushing Meadows (indovinate dove) in un crepuscolo di gloria. Mentre scrivo mio barbarico Nadal è ancora in corsa. Che spettacolo superbo la sua sofferenza, e quella del mondo tutto.
Luca Foschi
(Inviato di guerra da Aristan\ Aristan’s war correspondent)
Per comprendere gli Stati Uniti e altri bizzarri fenomeni come l’identità e lo Stato moderno “Gangs of New York” è molto più utile di tanta cartaccia (da GANG UP COWBOYS! – Editoriale di Luca Foschi)