COME GIUDICARE IL VINO


Editoriale del 17 luglio 2014

Avventurarsi in giudizi affrettati sulle caratteristiche del vino che ci è stato versato nel bicchiere e di cui non conosciamo nulla è impresa rischiosa, soprattutto se millantiamo di essere degli intenditori. La percezione di sapore, odore e colore del vino è, infatti, secondo eminenti psicologi, solo in parte legata alle sue effettive qualità. È piuttosto il risultato di una valutazione di etichetta e prezzo, dell’accumulo di passate esperienze, del confronto con tutti i vini che abbiamo bevuto prima, delle condizioni ambientali a contorno, delle nostre aspettative. Influisce sulla percezione il ricordo di un nonno ubriacone, di una motocicletta rossa, del sangue che ci hanno trasfuso. Nessun vino potrà mai essere più buono di quello raccattato nel frigobar durante una notte di passione in albergo o di quello servito nell’aereo che ci porta in vacanza. Il vino sarà poi di gusto mediocre in presenza di un bimbo che strilla, di un commensale goloso, di uno spiffero sotto la porta. Ogni volta che mi viene chiesto un parere sul vino che sto bevendo provo a cambiare discorso: so tutto di lumache, cannelloni o bottarga. Ed esco a dare prima un’occhiata al cielo, anche le nuvole fanno la loro parte.

Tony Cinquetti
(Etica gastronomica)

COGLI L’ATTIMO

 

L’intenditore di vini

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