GLI SCEMI SI TROVANO OVUNQUE. DIMOSTRAZIONE PRATICA


Editoriale del 10 febbraio 2019

Dice Domenico Grispino – barba di qualche giorno e aria dimessa, quasi lo avessero colto appena sveglio, svagato nei pensieri e lento nei gesti – dice Grispino che gli scemi si trovano ovunque. E lì, mentre aspira il cigarillo moscio e affronta la ribalta senza scomporsi, sembra darne prova. Grispino è il marito di Cècile Kyenge, oggi candidato tra le fila della Lega, quella stessa Lega che a metà degli anni 2000 pubblicava su La Padania il diario quotidiano del ministro per l’Integrazione, invitando i lettori “a farle visita”, ovvero ad andare a disturbarla con insulti, minacce e sberleffi nella sua ordinaria attività. L’esempio, negli anni, non è mancato. Dal lancio delle banane alla festa del PD al “baldracca ripugnante” dell’esponente di Casa Pound Romano Amatiello. Niente di originale, ci aveva già pensato un assessore di Imperia, mentre una donna, la leghista padovana Dolores Valandro, si chiedeva se non ci fosse qualcuno disposto a stuprarla. Si chiama discriminazione razziale e come sempre si allarga a macchia d’olio come tutti i veleni che bollono di emulazione in emulazione. Mentre si tirava su l’asticella del limite lecito dell’insulto e si sdoganavano forme di violenza che sono oggi consolidate, mentre si alternavano scuse tardive a nuove mascherate (chi ricorda la gabbia?) la Kyenge si è ritrovata con la scorta ad aspettarla fuori casa. Per motivi di sicurezza. Dentro casa, invece aveva l’insicurezza, aveva Grispino, placido e assente, con la memoria corta, occhi e sinapsi sbiaditi. La solida Cecile, ancora una volta, regge famiglia e ruolo pubblico con sobrietà e trasparenza. A chi non è capitato di avere accanto un piccolo uomo che – in preda a una malcelata vanità e a complessi di inferiorità di lungo corso – gigioneggia, strumento inconsapevole, con i propri nemici? Non si riesce neanche a detestarlo, quest’uomo semplice (dal quale Kyenge aveva deciso di separarsi ben prima che esplodesse questa bombetta mediatica, probabilmente non sopportava più i pallini sui maglioni e la pettinatura da pop star decaduta). Più difficile comprendere il godimento popolare per un fatto che di politico non ha niente. Perché il tradimento di un uomo è irrilevante nella vita pubblica. L’unico significato politico è che questa candidatura arriva appena dopo la condanna in primo grado (un anno e sei mesi, con l’aggravante della discriminazione razziale) al senatore Roberto Calderoli per aver paragonato il ministro a un orango. Si noti che Kyenge, allora, aveva scelto di non sporgere denuncia. Un anno e sei mesi in primo grado, aggravante discriminazione razziale per Calderoli. Kyenge, invece, assolta: non diffamò la Lega dicendo di aver ricevuto insulti razzisti. Quella querela per diffamazione l’aveva sporta Salvini.

 

Eva Garau (Precaria di Aristan)

 

Dice Domenico Grispino – barba di qualche giorno e aria dimessa, quasi lo avessero colto appena sveglio, svagato nei pensieri e lento nei gesti – dice Grispino che gli scemi si trovano ovunque

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