GOODBYE MOTHERFUCKERS


Editoriale del 25 agosto 2014

La mia prima intervista è con l’entusiasta cameriere Chris, sette anni, che abita “a 10 dollari di taxi” dal ristorante del papà Danny a Geitawi, Beirut Est. Mi ha fatto per tre quarti d’ora una capoccia tanta nel suo inglesemistoarabo su un videogioco sparatutto. In sintesi vuole diventare uno sbirro americano per paracadutarsi dal centesimo piano e lanciare bombe a mano e smitragliare l’M-16 e far urlare l’RPG ma soprattutto, pavesato a guerra, poter guardare negli occhi i corrotti e dire: “Goodbye motherfucker” prima di scaricargli addosso l’eternità di piombo. Ma anche uccidere squali con una spada speciale. Io ho provato a dirgli che è meglio l’arabo e ho provato a dirottare su calcio e pivelle. Ma conosce solo il Real Madrid ed è innamorato della cugina Sonia di due anni. E insiste come uno Schwarzenegger cicciotto ed estatico che dice “Goodbye motherfucker” e poi polverizza i cattivi. Insiste che domani devo andare a casa sua così m’insegna a giocare. Per ogni Chris conquistato dalla cultura del potere imperiale a stelle e strisce esiste un Chris ridotto alla fame e all’umiliazione, specialmente in Medio Oriente. E’ uno di quei bambini degli anni ’90 che qualche giorno fa ha mozzato la testa a James Foley. E ora, in suo nome, spargono altre bombe per stroncare l’abominio da loro stessi partorito. Goodbye motherfuckers.

Luca Foschi
(Inviato di guerra da Aristan\ Aristan’s war correspondent)

COGLI L’ATTIMO

 

da Terminator 2 – Il giorno del giudizio – 1991 diretto da James Cameron

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