GRETA E I SOGNI RUBATI


Editoriale del 3 ottobre 2019

Credo ai modelli climatici che preannunciano scenari terribili per il pianeta e dunque sono un ammiratore di Greta Thurnberg o di chiunque altro provi a scalfire il muro di indifferenza e di scetticismo che mostra il genere umano al riguardo: “non moriremo per questo né stanotte né domani mattina”. Diminuiranno le emissioni dei gas serra? Impossibile prevedere gli sviluppi dell’imponente mobilitazione di giovani in difesa del clima e in ogni caso modificare le dinamiche ambientali è cosa estremamente complessa. Di certo c’è solo che continuando di questo passo, tra cinquant’anni la popolazione della Terra avrà abbondantemente superato i nove miliardi. Nel 2069 Greta avrà, Dio volendo, la mia età attuale; io sarò sparito da un pezzo. Non so a cosa si riferisca quando parla di sogni rubati, è facile immaginare però che da grande lei e gli eventuali suoi figli, pur essendo riusciti a impedire la formazione degli uragani, la scomparsa delle foreste tropicali e l’innalzamento dei mari, dovranno fare i conti con un’insostenibile densità umana. Faranno a spallate tutti i giorni per conquistarsi un metro di terra dove poggiare i piedi e sogneranno una spiaggia deserta, una montagna deserta, un deserto.

 

Marco Schintu

(Ufficio pesi e misure di Aristan)

 

Faranno a spallate tutti i giorni per conquistarsi un metro di terra dove poggiare i piedi e sogneranno una spiaggia deserta, una montagna deserta, un deserto (da GRETA E I SOGNI RUBATI – Editoriale di Marco Schintu)

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