IL COLIBRÌ E L’ELEFANTE


Editoriale del 26 marzo 2014

Circa un miliardo. Battito più, battito meno. Dal colibrì all’elefante, i battiti cardiaci che la Natura ci ha regalato sono contati. Un numero pressoché costante, uguale per tutti. Solo un miliardo e sta a te decidere come usarli. Nel club degli animali, questa scelta, è basata su una regola: più sei piccolo e più il tuo cuore batte veloce. Più sei piccolo, dunque, prima consumi la tua quota battiti. Al contrario, più sei grande e più questi battiti riesci a centellinarli e ad allungare la tua vita. Per capirci, Il colibrì, piccolissimo frenetico guerriero dei cieli, con i suoi 600 battiti al minuto vive, a dir tanto, tre anni. Il flemmatico elefante raggiunge i 70 anni grazie ai suoi 30 battiti al minuto.
La relazione è precisa e non era passata inosservata anche al grande visionario Isaac Asimov che, basandosi proprio sui battiti cardiaci e le durate delle vite medie degli animali, si fermò a riflettere su un’importante eccezione: la nostra specie. Facendo il calcolo di 70 battiti al minuto, dovremmo vivere circa 30 anni. E così era in passato e così è ancora in alcune aree del Pianeta. Noi, moderni popoli occidentali, abbiamo fatto un patto con un diavolo paziente, abbiamo inventato la medicina e in cambio abbiamo ottenuto che il nostro cuore batta per oltre due miliardi di volte. Hip! Hip! Hurrà! Bene, sono più di due miliardi. Ma anche loro finiscono. Anche loro si consumano. In fondo, siamo come macchine fotografiche la cui vita media si calcola in numero di scatti, generalmente per colpa dell’usura di un cuore meccanico, chiamato otturatore.
A questo punto verrebbe la tentazione di azzardare consigli e morali sul loro utilizzo. Sapere che la propria macchina fotografica ha un numero finito di scatti a disposizione, potrebbe portare a divenire avari di scatti, inibiti fotografi che scattano solo quando c’è la luce giusta o il paesaggio perfetto. Ma che peccato sarebbe. Chi ama la fotografia, chi la ama davvero, sa che alcune tra le più belle foto, quelle che sanno emozionarti, sono errori involontari. Semplici, bellissimi, irripetibili scatti sbagliati.

Monica Mazzotto
(Biofila di Aristan)

COGLI L’ATTIMO

 

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