“C’è un’atmosfera malvagia in questo posto”, dice Sam in una pagina del “Signore degli anelli” di Tolkien. E il contesto ideale, l’humus necessario alla nascita di qualsiasi epica è proprio l’aria di minaccia che circonda l’eroe. Per rendere un racconto avvincente, occorre una netta distinzione tra il bene e il male, bisogna insomma sapere chi è il nemico, o per lo meno avere la certezza che un nemico c’è. A quel punto il lettore si identifica automaticamente con il bene e trepida per la sua vittoria contro il male, in un percorso arduo, pieno di difficoltà, durezza e sacrifici. Bisogna partire da qui per capire le ragioni dell’assenza dell’epica ai nostri tempi: se qualcuno oggi dicesse quella frase, la risposta di Frodo non sarebbe “Nulla di tutto ciò che ci circonda mi piace”, prima tappa di un sodalizio che unisce nella lotta comune due compagni d’avventura, ma qualcosa come “Sembra malvagia a te perché è un’atmosfera diversa da quella a cui siamo abituati, ma non è detto che le cose siano come le vediamo noi: prova a metterti nei panni di qualcuno che è nato in questa atmosfera, è vissuto sempre qui e a lui sembrerà naturale e buona e magari considererà malvagia la nostra”. E buonanotte all’epica. Caratteristica dell’eroe è poi l’inconsapevolezza, come testimonia il dialogo tra Sam e Frodo: non il partire in cerca di avventura per interrompere la monotonia del quotidiano, ma il trovarsi improvvisamente coinvolto suo malgrado, sul sentiero della vita, in una vicenda che comporta una scelta di campo: tornare indietro o battersi. A meno che non si tratti del nòstos, del ritorno a casa, ostacolato da inciampi avventurosi (l’Odissea; e qualcuno ha scritto che la letteratura italiana scarseggia di epica a causa della centralità della famiglia nella nostra società), nel tornare indietro non c’è epica, non c’è racconto. Come quando vediamo un thriller al cinema e qualche cretino urla al protagonista sullo schermo “non andare avanti, c’è l’assassino”; se l’eroe gli desse retta e tornasse indietro, non ci sarebbe thriller né storia né film. Quello torna a casa, cena, poi va a letto e noi spettatori ci annoieremmo a morte. Se al contrario sceglie eroicamente di sfidare le forze del male, ecco il racconto, l’epica. E gli spettatori si divertono all’eterno spettacolo del duello tra il bene e il male.
Fabio Canessa
preside del Quijote, Liceo Olistico di Aristan
COGLI L’ATTIMO
da Il Signore degli Anelli – Le due Torri (The Lord of the Rings: The Two Towers 2002) diretto da Peter Jackson