Da qualche tempo il mio amato gatto è triste, molto triste. Non mostra alcun interesse, ha lo sguardo spento. Eppure non gli è mai mancato nulla. Affetto, sesso, piatti da gourmet. Dal paté di pesce fresco a cremose mousse di pollo e tacchino, non mangia niente che non sia rigorosamente biologico. Come me, poi, adora la carne di manzo in gelatina Montana, la mia preferita, quella al cento per cento italiana. Ma ora il suo animo è vuoto, insensibile, si capisce che attraversa un momento particolarmente difficile. Temendo un gesto estremo –un salto nel vuoto ad esempio, abito al dodicesimo piano- l’ho portato da uno psicanalista. Un veterinario, ovviamente. Solo che questo ha concluso che tra me e il gatto quello che aveva i maggiori problemi ero io: depressione psicotica. Poiché lui si preoccupa solo della salute animale, mi ha raccomandato, se ho a cuore la vita del gatto, di non tenerlo in braccio quando cammino sul cornicione di un tetto o mentre guido. Per il resto posso mettere la testa dentro un forno a microonde, divertirmi con la roulette russa, offendere le donne o le divinità di popolazioni sensibili, andare a Palmira in vacanza o più in generale a farmi fottere. Per quanto riguarda l’alimentazione poi il dottore ha detto che posso mangiare scatolette di manzo in gelatina a volontà. Meglio però se continuo con la carne Montana, quella al cento per cento italiana.
Tony Cinquetti
(Etica gastronomica)
COGLI L’ATTIMO
il gatto lanciato: “fattece ‘na pelliccia Fred Astereee”
da Roma (1972) diretto da Federico Fellini