IL NEMICO IMMAGINARIO


Editoriale del 21 settembre 2014

Bisogna avere tanta fantasia e gioia dentro il cuore per creare un Amico immaginario che ci tenga compagnia nelle notti di plenilunio quando pare che il cielo ci cada sopra la testa e abbiamo solo tre o quattro anni. Bisogna però avere altrettanta desolazione e aridità d’animo per dedicare la propria vita a prendersela sempre con qualcuno quando ormai siamo diventati adulti. Intere esistenze sono piene di soprusi irreali, ingiustizie e scherni e di nient’altro. I nemici immaginari si creano, si distruggono e poi rinascono sotto altre forme, altri volti, ma sempre per giustificare lunghissime battaglie, che lontane dalla romantica e grottesca figura di Don Chisciotte, nascondono la nullità di un’esistenza erosa dall’odio e dal vittimismo onnipotente. Pensare infatti di essere dei geni incompresi mentre si è invece degli ipocriti presuntuosi rende del tutto incapaci di avere relazioni umane normali. La vita è scandita da un pendolo di guerra giornaliero che oscilla perennemente tra la rivendicazione e la commiserazione Le complesse forme della paranoia umana quando non raggiungono dignità clinica e si muovono in modo soffice sotto le coltri dell’esistenza generano una sofferenza senza fine, non tanto in quelli che ne sono malati quanto nei pochi (perché tutti li abbandonano) che li circondano. E così, in uno degli innumerevoli paradossi che segnano le giornate della nostra multiforme e affascinante specie, a furia di immaginare nemici che non ci sono, si perdono persino i pochi conoscenti che, per caso o per fortuna, si erano incontrati nel cammino della vita.

Luca Pani
(Psiconauta ad Aristan)

COGLI L’ATTIMO

da L’ultimo samurai un film del 2003 diretto da Edward Zwick

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