Si chiude il trimestre ed è tempo di scrutini. Gli insegnanti, alla fioca luce dell’albero di Natale, si preparano a fare la media dei voti per compilare le pagelle e qualcuno si lamenta per la novità del registro elettronico, sentito come uno strumento minaccioso. Ma il problema non è il registro elettronico, che anzi fa risparmiare tempo e calcoli, ma il registro tout court. E non tanto il registro in sé, ma per come viene idolatrato dall’insegnante. Il registro è solo uno strumento, utile per ricordare il voto del compito del 15 ottobre o dell’interrogazione del 4 novembre. Punto. Al momento della compilazione della pagella, il professore lo deve considerare alla stregua di una serie di appunti presi per memorizzare le valutazioni. La media è un inganno. Se Gigino aveva 2 a latino e oggi ha 8, chi se ne frega del 2 preso a ottobre? Se a dicembre ha 8, vuol dire che quello è il suo voto. Invece no: 2+8 fa 10, diviso due 5 e quindi si becca 5 in pagella. Spesso con lo sgomento dell’insegnante stesso, che spiega a Gigino che ora lui il latino lo sa e gli dispiace tanto dargli 5, ma purtroppo, lo vedi, il registro (elettronico o cartaceo) parla chiaro: 2+8 diviso due, che sono i voti, fa 5. Che peccato non poterti dare la sufficienza! Il vero peccato, per i docenti del Liceo Quijote, sarebbe invece quello di anteporre il registro al cervello. Vergognosamente succubi di quanto hanno scritto due mesi fa, non usano il registro come un promemoria da consultare con juicio, ma come un idolo che li sovrasta e, loro malgrado, impone drasticamente una media matematica già superata dalla realtà. Vale anche il contrario: l’8 di ottobre è cancellato dal 2 di dicembre e Gigino merita ora una netta insufficienza; che sia partito da 8 è casomai un’aggravante per lo stato pietoso in cui versa adesso. Invece il registro costringe il professore ad assegnare un voto che lui per primo sa che non corrisponde alla preparazione attuale dello studente. Ma che ci possiamo fare? Leggi anche tu che, anche se lo vorrei, non posso fare diversamente. Proprio come il celebre sketch di “Indietro tutta” nel quale Renzo Arbore sa benissimo che la risposta al quiz (“Chi è il regista e attore napoletano che esordì con ‘Ricomincio da tre’?”) è Massimo Troisi, ma siccome nella busta del notaio Rai c’è scritto “Rossano Brazzi”, convince il vero Massimo Troisi, presente in studio, di essere Rossano Brazzi. Mica si può smentire quello che dicono il registro e la busta del notaio!
Fabio Canessa
preside del Quijote, Liceo Olistico di Aristan
COGLI L’ATTIMO
da Animal House (1978) diretto da John Landis, con John Belushi