IL TRADIMENTO DI GILLO


Editoriale del 9 marzo 2018

Il 2 marzo 2018, data del tradimento, mancavano 41 giorni al suo centottesimo compleanno. Avete capito bene: tradimento. Infatti da chi, come me, si era ormai convinto della sua splendida immortalità, la dipartita di Gillo Dorfles è stata vissuta come un tradimento.
Nei decenni l’ho incrociato più volte in programmi radiofonici e televisivi. Nel 2011 ho persino avuto il piacere di esporre una mia opera vicino alla sua alla Biennale di Venezia. Ma, di tutti, il primo incontro con lui fu per me il più importante. Quello che mi lasciò il segno più profondo. Era il 1968 quando Marco Schintu, allora mio compagno di liceo (e oggi ancora mio compagno, ma su questo foglio virtuale), mi regalò “Il Kitsch. Antologia del cattivo gusto” curata, appunto, da Gillo Dorfles . In quel prezioso volume era spiegato chiaramente che il kitsch non è negli oggetti ma nella mente delle persone. Per esempio: se un ultramilionario, consigliato dal suo architetto di fiducia, senza amare né capire l’arte, acquista Guernica di Picasso per il salone delle feste di casa sua, l’opera – benché bellissima – in quell’ambiente, diventerà un oggetto kitsch.
Il kitsch dunque è l’emblema di una ‘non partecipazione’ alla propria esistenza. È morte. Non a caso oggi la dissoluzione dell’etica sta popolando di zombi il nostro pianeta. Siamo immersi nelle tristi pantomime ipocrite di chi finge una vita fatta di scelte, di partecipazione e di pensieri che non esistono. Un testo fondamentale, questa antologia. Un’opera che avrebbe potuto esibire come epigrafe il celebre verso di Giuseppe Ungaretti: “la morte si sconta vivendo.” Solo in vita, infatti, la morte è possibile; l’altra, quella biologica, è semplicemente una metamorfosi. E Gillo Dorfles pareva talmente lontano da una morte in vita che nemmeno quella biologica sembrava essere nel suo destino. Nel 2007, a 97 anni, pubblica “Taccuini intermittenti”. A 100 “Un’analisi del costume contemporaneo”. A 102 “L’ascensore senza specchio”. A 105 anni esce “Essere nel tempo” (e a questo punto non ho avuto più dubbi: Gillo è immortale). A 107, con gran divertimento, espone alla Triennale di Milano. Il 9 febbraio scorso, a quasi 108 anni, pubblica “Paesaggi e personaggi”; poi, cinque giorni fa, inopinatamente, sconsideratamente, beffardamente, consuma il suo tradimento. Una delusione cocente. Passerà almeno un anno prima che torni a prendere in mano un suo libro.

Filippo Martinez (Estetista di Aristan)

“Il 2 marzo 2018, data del tradimento, mancavano 41 giorni al suo centottesimo compleanno. Avete capito bene: tradimento. Infatti da chi, come me, si era ormai convinto della sua splendida immortalità, la dipartita di Gillo Dorfles è stata vissuta come un tradimento.” (Da IL TRADIMENTO DI GILLO, editoriale di Filippo Martinez)

“A casa del maestro” di Tess Masazza (2010)

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