Sono tutti qua a rovistarsi le tempie, nella pozza di moquet che è la hall del “Balena ruspante”, il mio hotel a Sulaimani. Justin e l’altra carne da cannone hanno preso la loro strada e ora l’albergo è tappato di volontari civili. Ci sta il rappresentante del partito che li porterà dentro, forse, appena riaprono la frontiera. Accerchiano lui e la traduttrice, famelici. C’è il cuoco dall’Oklahoma, un trippone bisunto con la coda da cavallo le unghie zozze e la maglia che inneggia alla dialettica femminista marxiana. Ha contrabbandato semi di sorgono per lo sviluppo dell’agricoltura sostenibile. Gira come Linus con una bottiglia di cocacola da due litri. Accanto a lui Tobia, il francesino pivello ingegnere del suolo che arrivato nel Rojava risolverà i problemi nella pratica estrattiva. I mezzi di produzione prima di tutto. Sul divano a destra John Lennon, quello sveglio, il portavoce, si dice giornalista ma se lo fanno entrare lecca pure l’interno dei silos. In pizzo in pizzo agli scrannetti trovate Maggie, Cameron e Mark, tutti e tre esperti d’informatica , hanno mollato le università negli States e mo vogliono lavorare alla propaganda e all’intelligence, immagino. Chiudono la riunione Carol e Anna, dall’America pure loro. Carol ha un grigiore sulle gote che è barba e delle tettine che si capiscono bene e due zeppe che devono essere un quarantasei. Anna porta un gonnone a fiori e ha le mani tutte tatuate e un mascellone che non lo nascondi mica con la cipria. Per entrambe un vocino che quasi ci cascate. Insomma, il confine è sbarrato viene fuori, mentre ormai la hall è un ponte nebbioso di Londra, tutti lì a spomparsi il tabacco. Ma c’è una via segreta, passa per le montagne e in sei ore il fantomatico Irish vi porta nel Rojava. Riuscite a immaginarli, in fila indiana, che incedono fra i sentieri?
Io sì. E li benedico.
Luca Foschi
(Inviato di guerra da Aristan\ Aristan’s war correspondent)
Insomma, il confine è sbarrato viene fuori, mentre ormai la hall è un ponte nebbioso di Londra, tutti lì a spomparsi il tabacco. Ma c’è una via segreta, passa per le montagne e in sei ore il fantomatico Irish vi porta nel Rojava. (da LA CARBONERIA DELLA BALENA RUSPANTE editoriale di Luca Foschi)
da Noi duri (1960) diretto da Camillo Mastrocinque con Totò