LA FATWA DELL'AMC (Associazione Mondiale Camerieri)


Editoriale del 30 luglio 2015

“God bless you” (Dio ti benedica), mi disse accompagnandomi alla porta un cameriere del ristorante di Tony Gentile, noto chef di Toronto, prima di sputarmi in faccia. Avevo solo mandato a dire a Tony che il polpo era bellissimo a vedersi ma scotto e senza sale, aggiungendo che lo consideravo più bravo a fare il pagliaccio nei media che a muoversi tra i fornelli. I cuochi sono una delle popolazioni più suscettibili, soprattutto quando pretendono di essere chiamati “chef” (nome ridicolo fuori dai confini francesi). Le critiche non sono ammesse, si offendono, si vendicano. E i camerieri sono il loro braccio violento.
Non è solo un problema di mance non date o inadeguate. Per aver insultato lo “chef” con molti camerieri e´ finita a calci nel culo (il mio), a padellate, a tentativi di sbudellamento con spiedi roventi, a lanci di olio bollente. Deve essere per questo che in una foto appesa con un chiodo nella cucina di molti ristoranti, da San Francisco a Marsala, per quanto rovinato dall’esposizione a vapori, fumi e odori, dall’acqua che bolle ai calamari che friggono, in molti hanno creduto di riconoscere il mio volto. Wanted. L’AMC (Associazione Mondiale Camerieri) ha dato ordine ai suoi affiliati di uccidermi. Prenoto il tavolo al ristorante con nomi sempre diversi, mi camuffo con maschere e parrucche, fingo di essere orbo o zoppo. Prima o poi mi avveleneranno. Morirò ancora giovane, riflettendo su un polpo che mancava di sale.

Tony Cinquetti
(Etica gastronomica)

COGLI L’ATTIMO

 

da Fifa e arena (1948) diretto da Mario Mattòli. Con Totò

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