Io ho avuto un cane, che definivo “Segugio neozelandese”. Usava il giardino per tentare di tornarsene in Nuova Zelanda. Infatti ogni mattina scoprivo delle voragini profonde che dovevo ricoprire, sino a quando la mia pigrizia ha avuto il sopravvento.
I cani sono utili alla società degli uomini: possono essere da salvamento, antidroga, da macerie, per non vedenti.
Sono comunque tutti da compagnia. Nessuno di loro è musone o di poche scodinzolate. Vedo tanti anziani con un cane al guinzaglio e penso a quanto sia importante l’affetto di quella presenza sicura per loro. In questi casi, come dice Camus nello “Straniero”, è incredibile come cane e padrone tendano nel tempo a somigliarsi.
Il cane sta bene con i bambini e con i vecchi, è un badante per sola presenza e non pretende ferie e contributi pagati. Non ha razzismo estetico e ti apprezza anche se sei brutto, grasso, pelato. Lavora in nero, tuttalpiù maculato. Gli basta una mano sul capo e anche un semplice sguardo. Non è permaloso. E neanche rancoroso. Certe volte vi chiederete come riesca a non esserlo. Ha inesausta voglia di carezze. Se uno facesse alla propria moglie le carezze che fa al cane, questa lo lascerebbe per nausea affettiva.
Io ne ho uno che è pericoloso per le feste che fa, pur avendo un aspetto che fa temere punti e suture.
Non sa dare la zampa, non sa ballare, tantomeno su due zampe, e non gliene frega niente. Se tiro una pietra si chiede con chi ce l’ho, se sto bene. Se vede un cerchio di fuoco passa a lato. Non conosce neanche la tabellina del due. È laureato in Scienze sociali. 110 e lode con leccata accademica.
Non so che lavori potrei fargli fare. Non piacendomi la caccia, se non quella alle zanzare, non pretendo che non abbia paura delle fucilate e sappia inseguire conigli. Quindi nessuna levataccia alle quattro del mattino.
Però l’ho sfruttato a sua insaputa. Avendo il piano di sopra, quando mia moglie mi chiedeva un foglio, una lettera o cose simili, gliela mettevo nel collare, e lei lo chiamava. Penso non abbia mai scoperto la furbata. Era ben contento di salire su e giù per prendersi le carezze del destinatario e del mittente.
Nino Nonnis (Sa Cavana di Aristan)
Come dice Camus nello “Straniero”, è incredibile come cane e padrone tendano nel tempo a somigliarsi.
Da LA FORTUNA DI AVERE UN GIARDINO – Editoriale di Nino Nonnis (Sa Cavana di Aristan)