LA MAGIA DEI NUMERI


Editoriale del 17 ottobre 2014

Uno dei più famosi maghi della classicità greca fu Pitagora. Proprio quello della tabellina.
Che apprese l’arte della magia dai magi medi, i μαγοί, i quali al tempo della dinastia sasanide, furono depositari del patrimonio dottrinale e rituale della religiosità persiana e furono i codificatori del Mazdeismo, che fu la religione fondata da Zarathustra.
A tutta la tradizione occidentale, costoro apparivano come i possessori di misteriose tecniche destinate a dominare l’attività delle forze sovrumane e a costringere tali forze dentro determinati schemi.
Queste tecniche – abbiamo scoperto grazie a Pitagora – altro non sono che la magia dei numeri. Grazie ai quali riusciamo a misurare l’infinito con unità discrete e quindi finite.
La magia, in realtà, altro non è che una forma primordiale delle attività tecniche. I fatti miracolosi che la magia si propone di determinare nascono da una accentuazione soggettiva delle realtà cosmiche. E questa accentuazione è la misurazione dell’incommensurabile. Con la magia si domina ciò che non pare non poter essere dominato.

Raimondo Bruno
(Magonauta di Aristan)

COGLI L’ATTIMO

 

dalla trasmissione TV Mai dire domenica della Gialappa’s band uno sketch del conduttore, il Mago Forrest

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